Con capelli lunghissimi e ricci (i giornali dell'epoca
la ribattezzarono "Cespuglio") e un giubbotto di finto pelo un po'
hippy, Marcella presentò a Sanremo un brano che parlava di emigrazione
e nostalgia con toni tutto sommato nuovi, più ottimisti ed adeguati
ai tempi rispetto al "Paese mio che stai sulla collina" descritto
l'anno prima da Josè Feliciano e i Ricchi e Poveri ("Che sarà").
Con "Montagne verdi" Marcella divenne la
prima ambasciatrice di una nuova musica siciliana nel mondo. "Il
fatto di essere siciliana non ha rallentato la mia corsa verso il successo,
mi ha dato invece qualcosa in più, perché i siciliani hanno
qualcosa in più che non so definire, forse è pathos. Il fatto
di essere nata a Catania e di aver voluto fare la cantante a tutti i costi,
nonostante geograficamente io fossi talmente lontana, non mi ha mai fatto
perdere la fiducia in me stessa. Questa forza di carattere l'ho ereditata
grazie alle sofferenze siciliane". Anche grazie a lei, Catania è
diventata uno dei luoghi più importanti per la musica italiana: è
la città di Franco Battiato, Marcella e Gianni Bella, i Denovo, Brando,
Gerardina Trovato, Carmen Consoli. Nel 1991 Marcella (riappropriatasi del
cognome Bella) tornò ad affrontare la propria storia e la propria città
con la canzone "Sotto il vulcano", scritta da Valerio Negrini e
Roby Facchinetti dei Pooh. La cantante volle estendere il titolo del brano
a tutto l'album. "Sono andata via da Catania che non avevo ancora sedici
anni: sono diventata donna al nord, però tutte le mie radici sono li.
Insomma ho due vite una al nord ed una al sud".
(Da
un'intervista a Marcella di Angela Platania, Supereva.it)