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Gianni e Marcella Bella hanno contribuito in modo determinante alla reciproca carriera.

"A Catania dovevo arrampicarmi un po' per sopravvivere come musicista, ma stavo bene, avevo un mio successo locale. Se me ne sono andato è stato perché mio padre credeva in Marcella e insistette perché l'accompagnassi nel Cantagiro del 1969. Dopo di che, sono rimasto con lei nel periodo che abbiamo passato tra Parma e Milano, cercando l'occasione per arrivare a un contratto discografico.
"Dopo i suoi primi due singoli, che non andarono benissimo, io firmai per la prima volta un pezzo per Marcella, "Hai ragione tu", un brano piuttosto beat, anglosassone, con cui si mise in evidenza alla Gondola d'Argento a Venezia. Fu allora che la casa discografica prese la decisione di mandarla a Sanremo. Però era chiaro che volevano autori più famosi del 20enne fratello di quella ragazzina. In quei giorni mi prese una certa nostalgia. Giravo per gli uffici dei discografici e mi mancava Catania e il mio giro di amici e musicisti. Fu così che nacque 'Montagne verdi'".
Bella rivela che la prima versione del pezzo, composto alla chitarra, era molto diversa da quella definitiva. "Ma credo che ascoltandola con attenzione si noti l'impronta della musica nera che ascoltavo in quel periodo. Avevo una cultura black: nelle band in cui suonavo a Catania facevamo pezzi di Otis Redding e James Brown, ci piacevano funk e rhythm'n'blues. Così quando feci sentire il pezzo a Giancarlo Bigazzi, mi prese per matto. Lui lavorò sul testo e suggerì di accentuare la melodia, l'idea della nostalgia e del profumo della Sicilia, pensando a me e a Marcella".
Dopo quasi tre decenni, "Montagne verdi" rimane uno dei maggiori successi della musica leggera italiana. Bella non ne è del tutto sorpreso. "Io credevo tantissimo in questa canzone. Credo che i cosiddetti evergreen siano quei brani che hanno una bellezza loro, autentica, cui la gente ritorna anche quando tutto intorno le cose cambiano. Credo che questa canzone abbia funzionato perché diceva la verità, non c'era nulla di costruito. Una cosa che casomai mi stupisce, ma mi fa molto piacere, è che ai miei concerti la gente la riconosca come mia. La chiedono, la cantano come un inno, se solo accenno il titolo i ragazzini diventano pazzi. C'è un affetto speciale per questa canzone nata quasi 30 anni fa - che non sono pochi per una canzone… ma quando la canto ci sento ancora la freschezza di quando l'ho composta".