La
rissa... i tranquillanti... la bocciatura
27 gennaio 1966. Il Molleggiato si sforza di ignorare i segnali
di un certo malanimo nei confronti suoi e dell'iper-rappresentato
Clan. La mattina si presenta alle prove del Festival in ritardo
e con un filo di insolenza ammette di aver dormito della grossa.
Ma il fato, sfidato, comincia a rispondere: mentre suona la chitarra,
si rompe una corda. E nel sorteggio gli tocca quella che per molti
cantanti è la più ingrata delle sorti: essere il primo
ad esibirsi. In serata, chiamato in scena, Adriano sorride al pubblico,
ma borbotta: "Ragazzi, che fifa" (in seguito ammetterà:
"Quando sono uscito sul palco il cuore mi faceva bum, bum.
Poi si è fermato di colpo
e sono morto!"). Attacca
a suonare la chitarra, poi si interrompe e dice: "Ripeto".
La pantomima, che si ripeterà anche al Festival del 1970
facendo arrabbiare gli altri cantanti ('In questo modo sta sul palco
più tempo e fa entrare subito in testa le prime note del
pezzo', è la tesi di Iva Zanicchi), verrà da lui giustificata
in questo modo: "Non avevo nessuna intenzione di fare lo spiritoso.
Ero preoccupato perché mi mancava il microfono per la chitarra.
Quando il valletto me l'ha portato, io ho detto: 'Ah!' E all'orchestra,
che già stava attaccando, ho detto appunto: 'Ripeto'. Non
era mia intenzione far ridere". Ma intanto l'insofferenza per
il cantante cresce. E quando la canzone viene ripetuta dal Trio
Clan, accade il disastro.
Come accade a Sanremo da più di dieci anni, la stessa canzone
viene eseguita due volte, da artisti differenti. Celentano ha la
malaugurata idea di far interpretare 'Il ragazzo della via Gluck'
dal Trio Clan, ovvero Gino Santercole, Pilade ed Ico Cerutti. "Sembravamo
tre ubriachi"; ha ammesso Santercole in un'intervista alla
fanzine Il Celebre. "Andammo per cantare ed eravamo tutti e
tre emozionati
Ci notò in questo stato Gino Paoli:
'dai, dai ragazzi
' e ci offrì del whisky, poi passò
Adriano che ci vide così e disse: 'Uhè state calmi
che poi cantiamo e chi se ne frega. Se poi vinciamo tanto meglio'.
'Eh, sì, ma noi
.'. E allora ci disse: "Tòh,
prendete un tranquillante, almeno vi rilassa un po'
', e ne
diede uno a testa. Solo che avendo bevuto prima il whisky, questo
fece una reazione strana
Eravamo come ubriachi, poi c'ero
io che dimenticavo le parole, facevo un casino della Madonna
".
Lo spettacolo che i tre pur bravi musicisti offrono alla platea
è abbastanza sconcertante: ondeggiando da destra a sinistra
come un trio bavarese, ridacchiando tra una strofa e l'altra, gli
amici di Adriano rendono un pessimo servigio alla canzone, e uniti
alla messa in scena del leader, insinuano il sospetto che Celentano
si stia facendo beffe del Festival (del resto non gli era stato
del tutto perdonato il fatto di aver mostrato le spalle al pubblico
qualche anno prima). Il risultato: la sera stessa, la giuria boccia
'Il ragazzo della via Gluck', e il comitato di giornalisti si rifiuta
di ripescarla.
Scrive Umberto Simonetta nella biografia "Celentano" (Baldini
& Castoldi), uscita proprio quell'anno: "Il fratello Sandro
ha le lacrime agli occhi, Miki Del Prete è giù in
sala e tra poco verrà fermato dagli agenti per schiamazzi
di protesta, i giornalisti sorridono anche loro increduli e impietosi,
si sente qualche parola di vuoto incoraggiamento: sembra di assistere
alle ultime volontà del condannato alla sedia elettrica.
L'unico ad essere sicuro è lui: 'Non sono finito', ripete
ancora due-tre volte, testardo".
Il Festival si conclude con la rabbia del Clan: "Celentano
dimostra di saper perdere, i suoi ragazzi no, e nella serata finale
sostengono un po' troppo calorosamente i Ribelli, unici rappresentanti
del Clan rimasti in gara con 'A la buena de Dios' (finirà
14ma, cioè ultima delle finaliste). Il baccano in platea
continua, e devono intervenire gli agenti di sicurezza. Iva Zanicchi,
che si deve esibire dopo i Ribelli, non riesce a cantare e Miki
Del Prete viene denunciato a piede libero". (da 'Sanremo è
sempre Sanremo', Gigi Vesigna, Sperling & Kupfer)
Qualche giorno dopo, ignaro che alla fine di febbraio il brano decollerà
in classifica, Adriano spiega al settimanale "Bolero":
"Prima del festival io dicevo: O vinco, o mi sbattono fuori
subito. Mi hanno sbattuto fuori subito, e dico la verità,
non ne faccio un dramma. Mi sarebbe bruciato di più se, da
finalista, fossi stato poi battuto da qualcun altro. Le giurie,
al primo ascolto, non mi hanno capito. Incidente chiuso: sono contento
di essere arrivato
ultimo! Sono andato a Sanremo, io che fortunatamente
ne posso fare a meno, per l'unica ragione di valorizzare i miei
ragazzi. Capita sovente che io offra la mia partecipazione in cambio
del lancio dei miei giovani artisti. E' stato così anche
per Sanremo. Se non fossi andato io, molto probabilmente i miei
Ribelli e il mio Trio non sarebbero stati ammessi al Festival. Sa
come è nata l'idea di mandare a Sanremo il Trio Santercole-Pilade-Cerutti?
Ci siamo riuniti tutti noi del Clan e ci siamo chiesti: chi di noi
ha più bisogno di andare a Sanremo? La risposta è
stata quella che sapete. Abbiamo fatto quei tre nomi, e quei tre
sono andati. Si sono trovati d'accordo anche Don Backy e la Ragazza
del Clan che in un primo tempo erano stati proposti per la ripetizione
del mio brano insieme a Gino Santercole".
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