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              dove c'era l'erba...
 
  Secondo 
              Bruno Perini, nipote di Celentano, "Oggi la via Gluck, meta 
              di fans incalliti, è tanto anonima che quasi non si vede. 
              E' una viuzza grigia soffocata da mostri di cemento, nati come funghi 
              negli anni '60. Al posto della casa dove abitava la famiglia Celentano 
              c'è un negozio e dove c'era la palazzina del Dazio, tanto 
              presente nei ricordi di Adriano, c'è un marciapiede stracolmo 
              di auto. Il passato si è dissolto sotto il cemento armato. 
              Ai tempi di Adriano, via Gluck era un agglomerato di case, di officine 
              artigianali, qualche magazzino e tanto verde. Una sequela di prati, 
              montagnette e viottoli che si dilungavano fino al naviglio della 
              Martesana. E' lì che Adriano passa i suoi anni migliori, 
              è in quei luoghi, alla periferia di una metropoli non ancora 
              massacrata dalla speculazione edilizia, che sedimenta l'avversione 
              per 'gli alberi di trenta piani', per ogni forma di violenza sul 
              territorio, per la malversazione sull'ambiente". 
 E' in via Gluck 14 che nasce Adriano, ultimo figlio di Leontino 
              e Giuditta Celentano. Adriano cresce tra le case di ringhiera, e 
              diventa uno dei piccoli protagonisti della vita del caseggiato. 
              Nei primi anni '50 tuttavia la famiglia decide di trasferirsi in 
              tutt'altra zona (via Cesare Correnti, quasi dalla parte opposta 
              della città), e per Adriano è un piccolo trauma. Non 
              fatica a fare amicizia con i nuovi vicini, ma continua a frequentare 
              la vecchia compagnia. Tra i nuovi amici peraltro va menzionato un 
              chitarrista, Giorgio Gaberscik, che un giorno si ritroverà 
              a scrivere una sorta di replica affettuosa ma polemica al compagno 
              di rock'n'roll: 'La risposta al ragazzo della via Gluck'. Nel brano 
              di Gaber, sempre del 1966, il protagonista vive in un palazzo un 
              po' malandato, che viene demolito "per farci un prato. L'amore 
              è bello ma non è tutto, e per sposarsi occorre un 
              tetto. E' ora di finirla di buttare giù le case per farci 
              i prati. Cosa ci interessano a noi i prati! Ma perché non 
              buttano giù i palazzi del centro? Macchè, sempre noi 
              della periferia ci andiamo di mezzo". Curiosamente, Celentano 
              utilizzerà il quartiere amato da Gaber, il Giambellino immortalato 
              in 'Cerutti Gino', per girare il videoclip del 'Ragazzo della via 
              Gluck'.
 
 Comunque, 
              se da un lato Celentano ha trasformato la via dove è cresciuto 
              in una sorta di luogo fantastico, da rimodellare e ricostruire (si 
              pensi alla faraonica ricostruzione televisiva, realizzata dallo 
              scenografo Gaetano Castelli in un capannone di Brugherio per lo 
              show '125 milioni di caz
', con tanto di naviglio), dall'altro 
              non ha mai smesso di frequentare "quelli che sono restati". 
              Il Corriere della Sera è andato a indagare: "Racconta 
              Antonio, ora proprietario di un laboratorio di falegnameria proprio 
              nella casa dove c'è il grande cortile: 'Vede quella fontana 
              là? La signora Daria prendeva Adriano vestito, lo metteva 
              lì dentro e lo lavava strigliandolo forte forte. Tutti noi 
              lo chiamavamo Faccia Sporca'. Gli amici di un tempo raccontano che 
              Adriano era estroso fin da bambino, amava stare in compagnia, pensava 
              a formare un complessino e giocava al biliardo. Raccontano che spesso 
              organizzano rimpatriate, nella pizzeria di via Gluck 10, alle quali 
              lui partecipa volentieri: 'Ha lo stesso spirito di allora, è 
              contento quando ci incontriamo. L'ultima volta, però, prima 
              di Natale, non è riuscito a venire. Ha telefonato e si è 
              scusato, ci ha detto che l'indomani mattina doveva andare a Lugano 
              per registrare un disco con Mina. Però c'erano le due sorelle 
              Maria e Rosy. Loro abitano ancora qui vicino: le case sono di proprietà 
              di Adriano che però non chiede loro l'affitto".
 
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