1954, Fiorelli-Ruccione, Ed. Suvini Zerboni

 

Gli autori

Mario Ruccione ha firmato le più appassionate apologie canore del fascismo ("Faccetta nera", "Canzone dei sommergibili", "La sagra di Giarabub"). Ciononostante, nel dopoguerra è riuscito a rimanere in auge come autore. Claudio Villa (il quale, particolare curioso, era di tutt'altro orientamento politico), gli permise di vincere Sanremo con due brani firmati insieme all'autore di "Simme e' napule paisà", Giuseppe Fiorelli: "Buongiorno tristezza" (1955) e "Corde della mia chitarra" (1957). Interessante notare come alle gagliarde marcette scritte durante il Ventennio, Ruccione fece seguire brani piuttosto strazianti, tanto da guadagnarsi una frecciata da Renato Carosone, che ascoltata la melodrammatica "E la barca tornò sola" (Ruccione-Fiorelli, 1954) la fece sua aggiungendo uno strafottente "E a me che me ne importa?" al termine di ogni strofa.