1974,
E.Jannacci-R.Pozzetto, Ed. Suvini Zerboni/Impala
Nel
1974 va in onda per l'ultima volta Canzonissima, trasmissione domenicale abbinata
alla Lotteria di Capodanno.
Più che i cantanti in gara, ad attirare gli spettatori davanti allo schermo
è la presenza di due comici-cantanti formatisi al semileggendario "Derby",
locale di Milano. Si tratta di Cochi e Renato, che nel giro di pochi anni sono
riusciti ad imporre la loro comicità fatta di "nonsense" anche
in tv, grazie a programmi come "Quelli della domenica" (1968), "Il
buono e il cattivo" (1972) e "Il poeta e il contadino" (1973).
Oltre che di un siparietto a metà trasmissione, i due sono protagonisti
della sigla finale della trasmissione: un brano spensierato intitolato "E
la vita, la vita". Dopo l'ultima puntata (6 gennaio 1975), il 45 giri (sul
cui lato B c'è un brano intitolato "E gira il mondo") sale
al n.1 in hit-parade. Ci rimarrà per tutto il mese di gennaio: lascerà
la vetta solo a febbraio, scalzato proprio dalla canzone vincitrice di Canzonissima,
"Un corpo un'anima" di Wess e Dori Ghezzi.
E' un successo strepitoso - e in tutta Italia, nonostante il ritornello contenente
un pizzico di dialetto milanese. "Non credo che oggi passerebbe tanto facilmente
in una trasmissione nazionale", dice Cochi Ponzoni. "Tra l'altro,
anche noi facevamo raramente ricorso al dialetto, sia nei dischi che negli sketch
comici - al massimo, cantavamo qualche canzone milanese agli inizi. A differenza
di Jannacci, che in modo molto poetico ha utilizzato il milanese per fare delle
canzoni splendide come 'Ti te se no', noi prendevamo lo spunto da un linguaggio
metropolitano che era nato negli anni '60, nel passaggio dalle osterie ai bar.
Noi eravamo più interessati alla lingua che si parlava in quel periodo,
ai tentativi di esprimersi in buon italiano di chi fino a quel momento aveva
parlato e pensato in dialetto. E' quello che succede ad esempio in 'A me mi
piace il mare'".
Nei primi mesi del 1975 esce anche l'album "E la vita, la vita",
il quinto della coppia. Il disco, che riporta come produttore il batterista
Achille Manzotti - in seguito produttore televisivo e cinematografico, ad esempio
dei successivi film di Renato Pozzetto - meriterebbe di comparire anche nella
discografia di Enzo Jannacci, che è arrangiatore, direttore musicale
e autore di tutte e sei le canzoni. I pezzi musicali sono pochi, ma il disco
è completato da due sketch comici ("La solita predica" e "Supermarket").
Anche il 33 giri raggiunge il n.1 in classifica, e risulterà uno dei
20 dischi più venduti del 1975.