Oltre
alle serate al Capriccio, la cantante si esibisce al nuovissimo Piper,
che di lì a poco lancia anche Patty Pravo, e poi all'Intra's
Club di Milano. Alla fine del 1965 la CGD le dà la possibilità
di cantare a Sanremo, con una canzone appena scartata da Adriano Celentano.
L'esito è travolgente: Caterina Caselli si rivela il personaggio
giusto, con la canzone giusta, al momento giusto. Con un vestito azzurro
("molto da brava figliola"), la semisconosciuta ventenne di
Sassuolo sale sul palco ("con molta incoscienza e non moltissima
emozione: mi divertivo") e dà vita a un'esibizione che sembra
testimoniare al tempo stesso l'inquietudine e la vitalità dei
suoi coetanei. Secondo Gianni Borgna, autore della "Storia della
canzone italiana" (Mondadori), "La sua caratteristica è
di essere non più soltanto una cantante adolescente, ma anche
una rockettara, esponente di punta del beat più duro: a quel
punto degli anni '60 la prima caratteristica non sarebbe più
sufficiente". L'esibizione scuote il Festival, portandovi di prepotenza
la ventata di una nuova generazione, che a ritmo di shake lancia uno
slogan senza compromessi: 'Nessuno mi può giudicare'. "Il
titolo della canzone fu molto importante, lo si poteva separare dal
testo - ma anche quest'ultimo conteneva un messaggio forte, per l'epoca,
perché era cantato da una donna", commenta oggi l'interprete.
Non a caso, l'interpretazione del partner maschile della Caselli, la
star americana Gene Pitney, viene letteralmente oscurata. La canzone
arriva seconda al Festival, che viene vinto da 'Dio come ti amo', cantata
da Domenico Modugno e Gigliola Cinquetti.
"Il
secondo posto a Sanremo mi faceva piacere, ma già il giorno dopo
la finale pensavo a riprendere la vita di prima. In ogni caso, in settimana
capitai in un negozio di dischi, e provai a vedere se c'era il mio disco.
Ma non lo trovai. Allora andati in un altro. E poi in un altro. Ma non
trovavo mai 'Nessuno mi può giudicare'. Telefonai alla CGD, chiedendo
come mai a Modena i miei dischi non fossero arrivati. Mi risposero:
'Signorina, sono andati esauriti in tutta Italia. Stiamo stampando i
suoi dischi anche di notte'. Non riuscivo a immaginare una faccenda
del genere. Mi ci volle molto tempo per farmene una ragione".
Subito dopo il Festival, il 5 febbraio il brano entra in classifica
al n.7. In vetta c'è la canzone vincitrice, 'Dio come ti amo',
nella versione di Domenico Modugno. Ma il 12 febbraio, 'Nessuno mi può
giudicare' va al n.1. Ci resterà fino al 30 aprile, negando costantemente
(e un po' sadicamente) il primo posto al 'Ragazzo della via Gluck',
la canzone per la quale Celentano l'aveva scartata, firmata dai medesimi
Beretta e Del Prete. La prima settimana di maggio, la numero uno sarà
'Michelle' dei Beatles.
"Anche
dopo i consensi ottenuti a Sanremo nessuno pensava a un simile seguito.
Io volli onorare il mio contratto e mi esibii per quindici sere al Capriccio,
in cambio di 1500 lire che dovevano bastarmi per mangiare e dormire
in una pensione. Potevo permettermi un pasto al giorno, che rimpinguavo
con le noccioline del bar del locale
Un mese dopo Sanremo, le mie
entrate non erano cambiate: soldi non ne avevo guadagnati, i contratti
erano già firmati. Avevamo un bisogno disperato di denaro. Ecco
perché accettai di girare il film tratto dalla canzone".
In effetti il dopo-Sanremo si rivela massacrante, a causa degli impegni
presi precedentemente, e della necessità di andare incontro alle
nuove richieste. Il film 'Nessuno mi può giudicare' viene girato
di notte, tra continui andirivieni in macchina lungo tutta la penisola.
Tanta attività rischia di portare la giovane emiliana al collasso
- ma finisce per dare i suoi frutti: pochi mesi dopo la cantante vince
Festivalbar e Gondola d'oro con 'Perdono', e chiude l'anno con l'entrata
in classifica di 'Cento giorni'. 'Nessuno mi può giudicare' tuttavia
rimane il maggiore exploit di Caterina Caselli, e se da un lato si pone
come manifesto suo e dei suoi coetanei, dall'altro il suo clamoroso
successo segna in modo molto marcato il suo percorso di cantante, rendendo
difficili successive evoluzioni. Oggi, comunque, raccolte altre grandissime
soddisfazioni come discografica, l'ex 'Casco d'oro' non è infastidita
dalla preponderanza di tale brano nella sua carriera di interprete.
"In fondo, anche Liza Minnelli, ovunque vada, deve cantare 'New
York New York'".