
La
grande accoglienza di "Lisa" sembra preludere a una carriera
da divo, ma per Tessuto arriva un'inopinata battuta d'arresto già
con il 45 giri successivo, "Nasino in su", sempre firmato
da Giancarlo Bigazzi e Claudio Cavallaro.
La canzone riesce a ottenere un discreto successo, ma è comunque
un netto passo indietro rispetto alle vendite milionarie del brano
precedente, e contribuisce a trasformare il cantante da "rivelazione
del 1969" a "meteora".
In seguito, Bigazzi ammetterà di aver commesso un errore
di valutazione nell'insistere sul brano come successore dell'exploit
estivo: non riuscendo a ripetersi immediatamente, Tessuto comincia
ad essere perseguitato dal confronto con il suo brano più
noto, che col tempo diventerà sempre più schiacciante.
Comunque il cantante non sparisce: nel 1970 lo si ritrova al Festival
di Sanremo, dove canta "Tipitipitì" in coppia con
Orietta Berti; in seguito partecipa a diverse altre edizioni del
"Disco per l'Estate", ma senza più riuscire a replicare
l'impatto della canzone più celebre.
In questi anni Tessuto ha continuato a cantare, incidere dischi
(anche con la moglie Donatella) e scrivere canzoni (ha firmato,
tra l'altro, dei pezzi per Loredana Bertè, Adriano Celentano
e Zucchero). Ma ha coltivato anche un'altra sua passione, la gastronomia:
"Lucio Battisti diceva che i miei bucatini all'amatriciana
erano migliori persino di quelli di Roma
Se io cantassi come
faccio da mangiare, sarei Frank Sinatra". Quando si è
trattato di aprire un ristorante - con sala da ballo - a Besate,
in Brianza, la scelta del nome è stata quasi obbligata: "Lisa
dagli occhi blu".
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