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Dicono gli autori -
Raf:
"Io ero stato a Londra dopo gli anni in cui avevo tentato di fare
qualcosa nella new wave fiorentina con Ghigo dei Litfiba, nei Cafè
Caracas. In Inghilterra ho conosciuto Steve Piccolo, bassista dei Lounge
Lizards, e con lui ho scritto 'Self control'; lui ha curato in particolare
il testo. La casa discografica aveva la necessità di lanciare
il disco in contemporanea con la versione americana di Laura Branigan,
che aveva già avuto un successo con Bigazzi, 'Gloria'
".
Giancarlo Bigazzi: "Raf è uno che ha tentato prima
di molti altri una strada internazionale per cercare di mettersi sullo
stesso piano di altri artisti, cantando in inglese eccetera. Devo dire
che allora fummo veramente osteggiati da tutta la discografia italiana.
Così finimmo in mano a un discografico che tale non si può
definire, Claude Carrere. Siamo stati spinti in questa dimensione da
una sorta di cecità e di imbecillità della discografia
italiana, che ha rinunciato a un successo solo perché non lo
capiva! Premesso questo, Raf è andato avanti 3 anni a tentoni,
con una casa discografica di tipo decisamente consumistico perché
Carrere era un grossista, in una situazione di grande sofferenza, finché
il tutto si è ridotto a poca roba. Le porte si aprirono più
per me che per Raf, perché ci siamo ritrovati con un contratto
di 3 anni con Carrere, che ha due tacchi di 20 cm l'uno e quando ascolta
i pezzi (per non più di un minuto) batte il calcagno per terra,
con la famosa cassa in quattro. E' uno che intuisce i successi di un
certo tipo in maniera impressionante, ne ha azzeccati tanti. Poi però
questa gente, dopo, vuole una porcheria via l'altra, per costruire quelle
carriere un po' alla Den Harrow, per capirsi, che partono con la cassa
in quattro e si consumano finché la cassa in quattro non esce
dagli occhi del pubblico! A quel punto il problema era fare l'album
o non farlo, la paura di investire troppi soldi. Carrere con Self Control
ha fatto un mare di quattrini: le cifre sono state esorbitanti - anche
per noi, eh! - ma per Carrere è stato pazzesco, un record editoriale
nell'ordine dei 3-4 miliardi. Per cui ci siamo trovati in un labirinto,
anche se all'inizio in fondo Carrere è l'unico che non ci ha
rifiutato
La sofferenza è venuta dopo, per l'ambizione
di Raf di evolversi come artista, di avere un'immagine adeguata".
(da "Fare Musica", ottobre 1989)
Raf: "Ho vissuto quel successo in maniera un po' schizofrenica,
mi aggiravo per i palchi di mezza Europa con occhiali scuri e palandrane.
Non mi sentivo a mio agio nelle vesti di cantante di musica dance. Poi
quando ho fatto il tentativo di spostarmi verso il pop, il mio editore
di allora, il francese Carrere, mi ha detto: Ah, non c'è la copia
di 'Self control'? Chiuso. E sono rimasto fermo tre anni". (da
un'intervista a "Il Manifesto", settembre 2001)