"Tanta
voglia di lei è nata come nascono tutti i nostri brani. Roby (Facchinetti)
ha scritto la musica ed io le parole. Dody (Battaglia) e Riccardo (Fogli)
hanno collaborato agli arrangiamenti ed hanno messo le loro voci".
Valerio
Negrini
"Parlando
con Facchinetti, uno dei più grandi artisti che abbia mai conosciuto,
ci trovammo d'accordo sul fatto che il gruppo non poteva essere quello di
Piccola Katy: bisognava trovare una vena più melodica, più
italiana. (
) La prima volta che entrai in studio con i Pooh mi presentai
con dei disegni per spiegare al fonico che volevo certi echi, certe profondità.
Per farmi capire, cercai di disegnare il suono: profondità, posizioni
degli strumenti, la quantità esagerata e voluta degli echi, il posizionamento
dell'orchestra. Il fonico, studiando i miei disegni, disponeva nello spazio
il suono che desideravo. In più, la sovrapposizione di più strumenti
che eseguivano le stesse parti all'unisono, contribuì a creare un suono
che fu il marchio di fabbrica di quel periodo dei Pooh.
"Dal punto di vista musicale Tanta voglia di lei nacque di getto. Ma
per il resto, incontrò più di un problema. Solo io e i ragazzi
credevamo nel brano: ricordo che Franco Crepax, direttore artistico della
CGD, tentava di convincerci a fare, come singolo, "Tutto alle tre".
Io, lo ammetto, mi comportai da prepotentello. Lo fui anche quando mi accorsi
che uno dei rischi del gruppo era di diventare 'RiccardoFoglidipendente' e
feci cantare il pezzo a Dodi Battaglia - cosa che, comprensibilmente, ferì
Riccardo. E infine lo fui quando ci proposero un testo di Daniele Pace che
secondo me non si addiceva al gruppo".
Giancarlo Lucariello (il produttore)
In
effetti, secondo "Il dizionario della canzone" di Dario Salvatori
(elleu multimedia), ai Pooh venne sottoposto un testo del paroliere Daniele
Pace, intitolato "La mia croce è lei" ("Mi dispiace
o mio Signore, la mia croce è lei"). Il batterista Valerio Negrini
ne propose un altro, inizialmente intitolato "Meno male". Dopo numerose
modifiche, si giunse alle liriche definitive, grazie alle quali "Tanta
voglia di lei" diventò uno dei primi brani italiani a descrivere
un tradimento (le femministe disapprovarono, sostenendo che il protagonista
della canzone aveva poco rispetto per entrambe le donne).