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 |  1969, 
        E.Polito - G.Bigazzi, Ed. Melodi
  
  
 
    Il 
        1968 non era stato un anno fortunato per Massimo Ranieri. Al Festival 
        di Sanremo 'Da bambino' non aveva riscosso il successo sperato ("per 
        colpa delle beghe nel gruppo dei Giganti cui ero abbinato, e per colpa 
        della canzone").Inoltre, prima la madre e poi lui stesso furono colpiti da malattie - 
        per 4 mesi il cantante non potè fare serate, cosa che oltre a frenarne 
        la popolarità lo inquietò dal punto di vista economico. 
        Al Festival del 1969 'Quando l'amore diventa poesia' ottenne soltanto 
        il decimo posto. Ecco perché presentando "Rose rosse" 
        al Cantagiro 1969 dichiarò: "Per me è importante avere 
        successo, è questione di vita o di morte, non per ambizione ma 
        per bisogno. A casa siamo in dieci, otto figli e mamma e papà. 
        Devo guadagnare, devo aver successo per aiutare la mia famiglia, per vedere 
        tutti felici. (
) Sono stato fermo per mesi. Ma il Cantagiro mi ha 
        lanciato e il Cantagiro mi deve rilanciare. Solo il Cantagiro potrà 
        aprirmi le porte del successo. Anche con una sola gamba non potrei mai 
        mancare a questa manifestazione".
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              Tutte 
                dichiarazioni piuttosto candide riportate da "Bolero", 
                il settimanale ufficiale della manifestazione itinerante nella 
                cui sezione "B" (quella che oggi potremmo definire, 
                in stile Sanremo, "Nuove proposte") un 17enne Ranieri 
                aveva vinto nel 1967 con 'Pietà per chi ti ama'. Ma nei 
                due anni successivi, nonostante le occasioni (un ulteriore Cantagiro, 
                con un sesto posto, e due partecipazioni consecutive a Sanremo), 
                non era riuscito a sfondare. Ecco perché quando "Rose 
                rosse" fu proclamata vincitrice del Cantagiro, il cantante 
                scoppiò a piangere per la commozione.   |  |