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        Una rivoluzione nell'interpretazione -
 Nell'ottobre del 1959, nella trasmissione "Canzonissima", 
        Mina e Wilma De Angelis interpretano il brano alternandosi. L'interpretazione 
        di Mina risulta irresistibile, e per molti simboleggia la nuova musica 
        che si accinge a spazzare la vecchia. Nelle classifiche di vendita Mina 
        "ottiene il suo primo hit, con il quale surclassa le vendite delle 
        sue colleghe. Come? Semplicemente massacrando la canzone. Spezza infatti 
        la melodia, triplica il ritmo, elimina il salto di tonalità, canta 
        senza il minimo interesse per il testo. Spezza le parole in sillabe, aumentando 
        il numero delle note, raddoppiando le U." (Gianni Borgna, "Storia 
        della canzone italiana")
 
 Roberto Favaro, nel volume "Mina, una forza incantatrice" (Euresis 
        Edizioni) parla anche di "ampliamento o spostamento semantico, per 
        cui la parola cantata, acquistando una nuova forma di significante, porta 
        direttamente a un nuovo significato sonoro, a una nuova parola sonora, 
        magari senza un senso logico preciso, ma con una nuova unità fonetica, 
        con accenti, vocali e consonanti usate per condurre verso nuovi luoghi 
        quell'urlo già da lì potentemente espressivo".
 
 Betty Curtis ha in seguito confessato che vedere Mina ottenere tanto successo 
        dopo che la sua versione era passata quasi inosservata non le fece molto 
        piacere, ma in seguito la giovane cremonese le aveva confidato di essere 
        una sua ammiratrice. Peraltro, dopo aver fatto coppia con lei nel Festival 
        del 1960, con "Non sei felice", si tolse la soddisfazione di 
        batterla in quello del 1961, vinto con "Al di là". Mina, 
        che quell'anno cantava "Le mille bolle blu", non arrivò 
        tra i primi tre, e del resto non è mai riuscita a vincere il Festival 
        della Canzone Italiana.
 
 
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