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Per la Curtis (vero nome: Roberta Corti) è un compito non
nuovo, tipico dell'epoca in cui al Festival la stessa canzone è
cantata da due cantanti: in quella stessa edizione, ha il compito
di svecchiare anche "Un bacio sulla bocca" (il cui interprete
principale è Claudio Villa), e "Una marcia in Fa",
per la quale duetta con Johnny Dorelli - a porgerla in modo più
accettabile per i meno giovani sono Claudio Villa e Gino Latilla.
"Nessuno" riesce ad arrivare in finale, ma non vince.
In effetti il brano non porta fortuna alle sue prime interpreti,
come scrive Cenzino Mussa in "Sanremo 50": "Wilma
e Betty hanno speso un patrimonio per i loro abiti da sera, ma quando
arrivano in teatro scoprono che alcuni vandali hanno imbrattato
le loro preziose toelette. Panico, lacrime, vestiti di riserva.
Il giorno dopo la Curtis, che si presenta con una gonna a palloncino
di raso verde smeraldo riceve una busta piena di polverina che fa
starnutire".
La canzone non porta troppa fortuna nemmeno ai due autori, De Simone
e Capotosti, i quali non riuscirono più a partecipare al
Festival, anche se ottennero un certo successo con "Il primo
mattino del mondo", cantata da Milva, nonché allo Zecchino
d'Oro del 1963 con "Non lo faccio più".
"Nessuno" era evidentemente destinata a portare bene a
una sola persona: una giovane cremonese semiesordiente, Anna Maria
Mazzini, in quel periodo conosciuta con due nomi: Baby Gate e Mina.
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