A
parte la canzone, le due cantanti non avevano molto in comune: la Torrielli,
in particolare, rappresentava un modello di modestia che molti contrapponevano
alla "regina" Pizzi. Il critico de "La Stampa",
Marinella Venegoni ne sottolinea gli: "atteggiamenti monastici
e un aspetto spoglio, occhi bassi, vita incontaminata. L'importante
era lasciarsi alle spalle Nilla Pizzi, pericoloso simbolo della donna
uscita libera dalla guerra. La prima perfetta cantante tv diventò
allora Tonina, operaia di provincia come tante, subito definita la 'Caramellaia
di Novi Ligure'. Parlata semplice, vocina intonata, occhi buoni, era
pronta per la favola del successo ma aveva anche la prudenza lunga della
povera gente e non si sarebbe montata la testa. Fu la capostipite di
un filone molto popolato, che proseguì prima con l'eterna casalinga
Orietta Berti e poi con Mariella Nava (ma causa il nudo obbligatorio
tale specie è ormai estinta)".
La Torrielli, che aveva lasciato nel 1956 il suo lavoro in un'industria
dolciaria, ha confermato che una sorta di dualismo esisteva: "Dopo
L'edera' il nostro caso finì su 'Specchio dei tempi': due fazioni
litigavano su chi fosse più brava. Ma cantare per noi è
sempre stato un divertimento. Siamo rimaste lontane dai complotti e
dalle polemiche".
Entrambe portavano al Festival altri brani: la Pizzi ne eseguiva due:
'Amare un'altra' e 'Giuro d'amarti così' (con Claudio Villa);
la Torrielli 'Nozze d'oro', 'I trulli di Alberobello' e 'Mille volte'.
Ci fu, comunque, un particolare che finì per accomunarle: entrambe
sfoggiarono un abito diverso per ogni serata del Festival, suscitando
un pizzico di disapprovazione. "Noi cantanti eravamo l'immagine
della Rai e quindi dovevamo essere sempre in ordine ed eleganti"
, ha spiegato la Torrielli.
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