Nel
1959 il mondo della canzone italiana ha appena conosciuto la "rivoluzione"
di "Nel blu dipinto di blu".
Ma Fred Buscaglione, uno dei primissimi a rompere con le "bianche
colombe" sanremesi, è già una star: a poco
più di tre anni da "Che bambola", il suo ormai
vasto repertorio di "criminalsongs" si è arricchito
persino di una "Ninna nanna del duro". Ma né
lui né il pubblico ne hanno abbastanza - anzi: ormai il
rapporto di complicità è talmente smaccato che in
"Che notte" Fred ammicca apertamente: "Se c'è
zucchero da far, quando esiste l'argomento, lo sapete: so rischiar".
Del resto, anche dopo tre anni di sfruttamento intensivo del filone,
le invenzioni concepite con l'amico paroliere Leo Chiosso sembrano
infinite: si pensi alla fulminea descrizione della gang di Billy
Karr, attorniato, nientemeno, da Jack Bidone e dai temibili fratelli
Bolivar (cui gli Squallor, tanti anni dopo, troveranno delle sorelle
).
La frase di apertura, poi ("Che notte quella notte")
si è impressa nell'immaginario di una generazione, ed è
ancor oggi un ironico modo di dire - nei primi anni '70 ispirò
la pubblicità di un insetticida ("Che notte: con le
zanzare ho fatto a botte", narrava un esasperato sosia di
Fred) e nel 1977 diede il titolo a un film con Adolfo Celi ed
Enrico Maria Salerno. E fu proprio un film, "I ladri"
(del 1959, con Totò e Giovanna Ralli) a consentire al cantante
torinese di lanciare il brano, utile al regista Lucio Fulci per
caratterizzare una vicenda di improbabili malavitosi sulla falsariga
dei "Soliti Ignoti".