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Le "bambole" italiane -
Nonostante il piglio da "macho", il personaggio
cui Buscaglione dà voce è in realtà tutt'altro
che un "duro" con le donne. A partire dalla prima, il "mammifero
modello 103" di "Che bambola": basti pensare che dapprima
manda al tappeto il maschio importuno con energia degna di "Rocky,
il gran campion". Dopo di che, mossa a "compassion",
la maggiorata lo sorregge pentita... Ma in fin dei conti, è sempre
lei a tenere in pugno la situazione. Dopo di lei verranno Teresa, che
punta il fucile sul marito, seguita dalla fumatrice incallita (e, alla
fine, assassina) di "Eri piccola", ed altre bellezze "criminalmente
belle", cui Buscaglione chiede disperato di "Non partir"
o, quanto meno, "non sparare". Anche se Leo Chiosso ha rivelato
che ha ispirare le "donne fatali" del loro repertorio sono
state più le commesse dell'Upim che le dive hollywoodiane, è
evidente che dietro al ghigno da rubacuori Buscaglione sorrideva dei
primi segnali di cambiamento della società italiana anni '50:
la donna non era più la remissiva sposa, moglie e madre di un
tempo, ma diventava protagonista del rapporto sentimentale, e si faceva
largo nel mondo - con lo spirito di iniziativa, le curve, i pugni, e
persino le armi.