1938, Spadaro, E.Suvini - Zerboni
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L'autore

   
 

Nato a Firenze nel 1893 da una famiglia agiata, ben presto Odoardo Spadaro lasciò gli studi di giurisprudenza per recitare in una compagnia drammatica - rapidamente abbandonata per seguire la sua inclinazione per il varietà e il teatro leggero. Come cantante e autore, ottenne un primo successo con "Ninna nanna delle dodici mamme" (1919), al cui pathos contrappose in seguito parodie come "Il pianista nordamericano" e "Wagneriano nevrastenico". Trasferitosi a Parigi, nel 1927 divenne "primo fantasista" al fianco della celebre Mistinguette e di Jean Gabin nella rivista del Moulin Rouge. Da allora la sua attività si divise tra l'Italia e l'Europa: la sua dimensione internazionale lo portò, nell'ultima tournée italiana, a portare con sé le allora semileggendarie Bluebells, notissime ballerine mai apparse nel nostro paese prima di allora.

Come cantante, riuscì ad alternare brani salaci ("A me piace la testina di vitello", "Era nata al Cairo", "Stretta la foglia, larga la via") ad altri più sentimentali, come "Qualche filo bianco", "Porta un bacione a Firenze" o "Sulla carrozzella", "scritta - ricorda Enzo Biagi - dopo che il razionamento della benzina aveva fatto sparire le macchine…".
Nel dopoguerra si dedicò al teatro (con musical e operette) e al cinema, staccandosi dal mondo della canzone. Nel 1955 fece parte della commissione selezionatrice del Festival, ma dichiarò "Io a Sanremo non ci andrei mai. Il successo lo decreta il pubblico vero, non le giurie". Nel 1965, al suo funerale, i posteggiatori fiorentini intonarono "Porta un bacione a Firenze".

 


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