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Giuni Russo



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1982:
mentre in America Michael Jackson sale sul trono di re del pop con "Thriller",
il re del pop italiano è, imprevedibilmente, Franco Battiato.
Il suo album "La voce del padrone" domina le classifiche, non
c'è radio che non trasmetta le raffinate "contaminazioni"
tra pop e classica del suo arrangiatore Giusto Pio, non c'è spiaggia
sulla quale qualcuno non si metta a canticchiare di "Gesuiti euclidei
vestiti come dei bonzi per entrare a corte dell'imperatore della dinastia
dei Ming".
L'effetto-Battiato si riflette positivamente sulle artiste da lui prodotte:
Alice, Milva, e Giuni Russo. Quest'ultima è una cantante palermitana
dalle capacità vocali superiori, con studi di musica lirica. Nel
suo curriculum, una vittoria a Castrocaro e una partecipazione a Sanremo
'68 col nome Giusy Romeo (con la canzone "No, amore", in coppia
con Sacha Distel), e un album sperimentale intitolato "Love is a
woman" (1976). Per lei Battiato e Pio scrivono un brano che sembra
inseguire la voglia di leggerezza già espressa in "Summer
on a solitary beach", brano inciso dall'artista siciliano l'anno
prima. Nelle strofe, durante la descrizione di strade mercenarie del sesso
o copertoni che bruciano, la voce della cantante rimane sui toni bassi
- ma nel ritornello, sospinta da una sorta di twist techno-pop, si libera
da ogni peso e sulle ali della brezza marina sale alle ottave più
alte, fino a raggiungere le altezze (in tutti i sensi) dei gabbiani, il
cui verso viene imitato alla perfezione dalla Russo. Secondo Mario Luzzatto
Fegiz, critico del Corriere della Sera, la cantante "trovava il giusto
equilibrio tra la canzone leggera e un modello interpretativo originale,
personalissimo. Scritto da Franco Battiato assieme a Giusto Pio, il motivo
dipinge con ironia un quadretto, tipicamente estivo e assolutamente disimpegnato,
tra "ombrelloni-oni-oni" e salvagenti: "Un'estate al mare/
voglia di remare/fare il bagno al largo...".
Il brano entra in classifica il 7 agosto 1982 - e nonostante l'argomento
smaccatamente estivo, rimarrà nella top ten sino al 20 novembre.
"Quando vedevo la canzone salire in hit parade non credevo ai miei
occhi" ha confessato la cantante in un'intervista. "Non mi aspettavo
che riscuotesse un successo così strepitoso. Per fortuna ho un
carattere solido, non mi sono fatta inebriare. Ancora oggi la considero
una parentesi felice e niente di più. Io avevo voglia, e ho ancora
voglia, di proseguire la mia ricerca vocale, di spaziare in musicalità
nuove, diverse e così ho fatto. Certo non ho avuto le stesse spinte,
la stessa promozione avuta per 'Un'estate al mare'".
In effetti, il clamoroso successo del brano, se da un lato conferisce
una grande notorietà alla Russo, dall'altro ne condiziona la carriera.
Mantenere l'equilibrio tra ricerca musicale e popolarità non è
semplice: la cantante incide un ambizioso album intitolato "Vox"
senza includervi il suo brano più famoso - ma cerca di ripeterne
il raffinato gioco negli anni successivi con singoli come 'Limonata cha
cha' o 'Alghero'. Alla fine, non se la sente più: nel 1988 incide
'A casa di Ida Rubinstein', album impegnativo nel quale esegue arie e
romanze di Bellini, Donizetti e Verdi. Si riconcilia con la critica, ma
chiude definitivamente la sua fase 'leggera' - che a lungo resterà
un "marchio", tanto che solo di recente Giuni Russo ha fatto
la pace con 'Un'estate al mare'. "Ora sono diventata più ironica
e umile. Che male c'è in una canzonetta divertente?".
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