Orietta e le critiche

"E' già da prima di Canzonissima che avevo pronta Tipitipiti", afferma Orietta Berti in un'intervista concessa pochi giorni prima dell'inizio del Festival. Un brano quindi che risale perlomeno all'autunno del 1969. La canzone viene tuttavia incisa a Milano nel mese di febbraio (e con qualche difficoltà, visto un ostinato mal di gola della cantante), pochi giorni prima di portarla a Sanremo. Orietta, molto concentrata sui suoi progetti di sbarco in Francia (con le versioni francesi de 'L'altalena' e 'Una bambola blu') non sembra credere molto nel brano: "Non credo che vincerà. Non è una canzone che possa affermarsi ad un Festival. E' un motivo che può vendere molto, e forse è questa la cosa più importante, no?".

1970, Pace-Panzeri-Pilat, ed. Sugarmusic/Warner C.

 

Probabilmente l'interprete di Cavriago comincia a soffrire le critiche di chi la ritiene campionessa di un genere leggero e tradizionale. Non a caso, qualche tempo dopo afferma: "E' logico che 'Tipitipiti' mi piaccia, dal momento che l'ho incisa e cantata al festival di Sanremo. Ma voglio essere sincera. Non è una canzone da fine del mondo, è un motivetto come ce ne sono tanti. Durante le mie serate è molto richiesta: questo significa che il pubblico l'accetta. Ed io credo molto al pubblico".
Il brano fu accusato anche di aver preso di peso perlomeno qualche assonanza con 'Tipitipitipso', cantata da Flo Sandon's e Claudio Villa nel 1957, e soprattutto con 'Ti-pi-tin' di Maria Grever, compositrice messicana allieva di Debussy, che negli anni '30 vide il suo pezzo portato al successo dalle Andrews Sisters, per poi essere ripreso da Benny Goodman, Lester Young e dal Trio Lescano in Italia.