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Rosanna Fratello
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"Testa
e Sciorilli avevano questa canzone in un cassetto da alcuni mesi. Il pezzo
è stato offerto a Gigliola Cinquetti ed Iva Zanicchi, che lo hanno
rifiutato. A Rosanna Fratello invece è piaciuto subito. Un
po' di discussioni tra i due autori sul titolo - Sciorilli avrebbe preferito
'Tre mesi sono lunghi', poi ha prevalso 'Sono una donna, non sono una
santa'. Dice Sciorilli: 'La gente ha pensato così che fosse una
specie di seguito di 'Non sono Maddalena', mentre Testa ed io con quella
canzone non c'entravamo per nulla. Il motivo è nato prima da una
frase musicale a cui Alberto ha messo le prime parole, poi abbiamo proceduto
di conserva". (da "Sorrisi e Canzoni TV", dicembre 1971)
Dopo essersi fatta notare con la succitata 'Non sono Maddalena' (firmata
da Giorgio Conte e vincitrice della Gondola d'Argento a Venezia nel 1969),
e con due partecipazioni a Sanremo, alla fine del 1971 Rosanna Fratello
riesce quasi miracolosamente a infilarsi tra i finalisti di Canzonissima,
cantanti molto più popolari di lei: Massimo Ranieri, Orietta Berti,
Claudio Villa, Iva Zanicchi e Ornella Vanoni.
"Come cantante in gara, la competizione mi sembra feroce, massacrante,
indegna di chi svolge un lavoro da professionista. Quindi dovrebbero abolirla.
Ma so benissimo che non lo faranno mai. Però le giurie in sala
possono eliminarle: dovrebbero lasciare soltanto quella dei giornalisti,
ma che sia composta da giornalisti esperti", dichiara la Fratello
a "La Domenica del Corriere". La gara finisce col premiare i
volti (relativamente) nuovi: a sorpresa Nicola Di Bari supera Massimo
Ranieri e Claudio Villa, e vince con 'Chitarra suona più piano".
Ma è la 20enne Rosanna a colpire l'immaginazione degli italiani,
con un brano dal testo troppo vistoso per non distogliere l'attenzione
dalla musica: questa unisce in modo piuttosto originale un'introduzione
e una strofa dal sapore quasi blues a un ritornello di stampo tradizionalissimo
e folk. E' come se anche la musica riflettesse il conflitto interiore
della protagonista, combattuta tra il desiderio di dare sfogo alla passione
e il terrore di ribellarsi alle convenzioni.
Memorabile il momento in cui Rosanna ricorda allo spasimante: 'Non ti
scordare che ho 4 fratelli', evocando - oltre che i torvi congiunti -
una concezione della famiglia ben nota a migliaia di italiane, e non solo
quelle meridionali: il femminismo nel 1971 aveva parecchia strada da percorrere.
Innegabilmente nel testo e nel tormento che tenta di rappresentare ci
sono diverse sfumature che si prestano alla parodia. Provvederanno alla
bisogna gli Squallor (nei quali militava Daniele Pace, al quale era capitato
spesso di essere preso di mira per i testi
) e persino Nino Frassica
nel 1993. Quella di Platinette nel 1999 invece è stata quasi un'apologia:
"Io e La Pina l'abbiamo rifatta tecnologica e modernissima. La Pina
canta, non parla, e stona sensibilmente, ma ha cantato con il piacere
di fare uno sberleffo innanzitutto a se stessa, a quel ruolo serio e istituzionale
che ha acquisito. A entrambe, poi, piaceva molto l'idea che la Rosanna
Fratello fosse una sorta di solitaria filosofa della passione femminile,
in un'epoca in cui nessuno osava dichiarare l'esistenza di voglie a livello
pube. 'Tre mesi sono lunghi da passare, quando l'amore stuzzica il tuo
cuore. Amore amore mio lasciami stare se no non ce la faccio ad aspettare'
Beh, insomma, ci è sembrata meeeravigliosa! Questa canzone è
una vera discesa nel genere donna meridionale, passionale, vogliosa".
(dal sito www.rockol.it)
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