Paolo
Panelli, Mina,
Walter Chiari e Alighiero Noschese
a Canzonissima
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Nonostante
il concomitante "autunno caldo", Canzonissima del 1968, presentata
da Mina, Walter Chiari e Paolo Panelli, ebbe un successo senza precedenti.
I giornali scrissero unanimi che i 20-22 milioni di spettatori rilevati
con i sistemi dell'epoca e in generale il livello dello spettacolo (creato
da Antonello Falqui, Marcello Marchesi, Terzoli & Vaime) avevano cancellato
il ricordo dell'edizione considerata fino ad allora inarrivabile, quella
del 1959 con Delia Scala e Nino Manfredi.
Tuttavia la grande mattatrice dello show, Mina, non riuscì ad assaporare
appieno il successo. Infatti, un gruppo di cantanti (alla cui guida si
era posto Edoardo Vianello) contestarono alla Rai di averla scelta come
conduttrice, ritenendo ingiusto che una loro collega si trovasse al di
sopra della mischia, senza il pericolo e l'onta professionale dell'eliminazione
dalla gara in agguato per tutti loro. "I miei colleghi non li conosco
molto. E' impossibile che io diventi loro amica. Certo, ci terrei. Ma
loro, non so perché, mi detestano. Durante Canzonissima accaddero
cose spaventose. Si coalizzarono contro di me. Io non me la presi molto.
Ma per giunta, dopo aver ottenuto quel che volevano, mi tolsero anche
il saluto" , confessò in seguito la diva cremonese.
Tale spiacevole situazione provocò un certo "impasse"
anche per la pubblicazione del singolo contenente la sigla della trasmissione.
La casa discografica era pronta a lanciare 'Zum zum zum' nella versione
di Mina, anche perché il brano era pronto da mesi. Infatti, la
marcetta scritta dal Maestro Canfora su testo dell'autore televisivo Antonio
Amurri era già stata presentata da Mina un anno e mezzo prima,
nell'aprile 1967, nel corso della trasmissione 'Sabato sera'. In tale
occasione il pezzo fu eseguito con l'accompagnamento della banda della
marina militare degli Stati Uniti. La versione offerta dalla sigla di
Canzonissima era ancora più grandiosa: in ossequio al testo ("mi
sembra un concerto per pianoforti" o "un pezzo per tanti, ma
tanti violini") vi prendevano parte 543 persone, tra le quali 70
coristi adulti, 62 del Piccolo Coro dell'Antoniano, 25 pianisti con pianoforte
a coda, 100 violinisti, 30 arpisti, 70 suonatori di trombone, 50 di timpani
e i 48 cantanti in gara - tra i quali Gianni Morandi, Claudio Villa, Albano,
Patty Pravo, Caterina Caselli, Little Tony, Milva, Fausto Leali, Ornella
Vanoni, Enzo Jannacci, Johnny Dorelli, Gigliola Cinquetti, Iva Zanicchi,
Giorgio Gaber, Peppino Di Capri, Gino Paoli, Lucio Dalla.
Qualcuno avanzò l'ipotesi di pubblicare tale versione del brano,
e non quella incisa dalla sola Mina. Ma le difficoltà - logistiche
e personali - presentate da tale ambizioso progetto causarono un fatale
ritardo, del quale approfittò, imprevedibilmente, Sylvie Vartan,
che in quel periodo faceva la spola tra la tv italiana e quella francese.
La giovane soubrette di origine bulgara, che quell'anno era stata in classifica
con "Due minuti di felicità" e "Come un ragazzo",
incise la propria versione della canzone, che giunse nei negozi al momento
giusto e balzò ai primi posti della hit-parade. Qualche settimana
dopo, uscì quella di Mina, che non si piazzò altrettanto
bene, anche se sfruttò in modo egregio il "lato B" del
disco, su cui era incisa la buffa "Sacundì, sacundà".
Intanto, sulle ali del successo ottenuto la Vartan riuscì a raggiungere
una notevole popolarità, che l'anno successivo consolidò
diventando, per la prima volta, presentatrice ("Doppia coppia").
Dopo qualche puntata di Canzonissima, il regista Bruno Corbucci ottenne
l'autorizzazione per girare 'La canzone che mi gira per la testa', film
vagamente ispirato alla sigla, e interpretato da alcuni dei cantanti in
gara: Little Tony, Orietta Berti - ma soprattutto da una schiera di comici
che hanno fatto la storia del varietà italiano: Paolo Panelli,
Peppino De Filippo, Enrico Montesano, Lino Banfi, Gianfranco D'Angelo,
Enzo Cannavale - da segnalare anche la presenza di Pippo Baudo. Durante
la settimana Little Tony e la Berti prendevano parte alle riprese a Cinecittà,
e nel weekend registravano Canzonissima al Teatro delle Vittorie. Tale
fu il successo, determinato in larga parte dalla canzone-tormentone, che
nel 1969 Corbucci girò "Zum zum zum n.2", con gli stessi
protagonisti.
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