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Milva
nel 1961
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Quello del "primo mattino del mondo" è un mito che si ritrova in diverse
religioni e filosofie. Molte tradizioni vedono nel proprio giorno
di capodanno il ritorno all'innocenza della Terra. Jung usò invece l'espressione,
indicante l'alba del percorso umano, per descrivere il momento in cui
l'Io si scopre "soggetto" e comincia a cogliere la distinzione tra se
stesso e il mondo.
All'immagine del primo mattino del mondo, così ricca di suggestione, fecero
ricorso Simone e Capotosti, autori del primo grande successo di Mina ('Nessuno')
per permettere a Milva di rispondere con una canzone di estasi amorosa
alla loro ex pupilla, la quale pochi mesi prima, con 'Il cielo in una
stanza' di Gino Paoli, aveva finalmente portato la canzone italiana nelle
camere da letto.
Ha scritto Gianfranco Salvatore, musicologo e fondatore dell'Accademia
della critica di Roma: "Le maggiori interpreti femminili dei primi anni
'60 osavano anche sul piano del repertorio, concedendosi canzoni che in
uno stile 'alto', del tutto estraneo ad ogni genere di allusione o di
volgare doppio senso, facevano riferimento a rapporti sessuali. Fino a
quel momento, in effetti, nella canzone italiana non apertamente erotica
l'amore lo si era fatto soltanto a fini coniugali e riproduttivi, con
scarse eccezioni. (…) Ne 'Il primo mattino del mondo', invece, Milva descriveva
poeticamente l'indomani di un amplesso ('l'alba ci trova abbracciati /
vestiti di calde carezze', e in 'Stanotte al luna park' cantava di una
prostituta che cerca di redimersi. Era la prima volta che tali temi rientravano
nella canzone italiana dopo gli anni '20, e per la prima volta in assoluto
venivano cantati da una donna lontana dalla vecchia immagine di 'sciantosa'
o di cocotte. In questa nuova veste, simili interpretazioni facevano un
effetto particolare: non un'eccitazione volgare, ma un senso d'inquietudine,
che esprimeva nella maniera più profonda e complessa la problematica evoluzione
del costume". (Da "L'alchimia del verso cantato - Arte e linguaggio della
canzone moderna", Castelvecchi, 1997)
Milva in quel periodo era una giovane diva in ascesa: dopo essersi segnalata
nel 1960 con 'Flamenco rock', aveva partecipato al Festival di Sanremo
del 1961, con 'Il mare nel cassetto'. In tale occasione pareva aver conquistato
i patiti della canzone tradizionale, venendo contrapposta agli "urlatori"
e in particolare a Mina, tanto da essere soprannominata "la pantera di
Goro", in contrapposizione alla "tigre di Cremona". Alcuni dei compositori
della "vecchia guardia" (Panzuti, Mascheroni, C.A. Rossi, Seracini) la
contattarono con l'intento di affidarle le loro composizioni.
Ma oltre che per le sue rapide fortune artistiche, anche internazionali
(in Germania e Francia), in quei giorni la cantante faceva parlare di
sé per il suo primo film, "La bellezza di Ippolita" (interpretato a fianco
di Gina Lollobrigida) e per il matrimonio con il regista Maurizio Corgnati
- lei 22enne, lui 44enne.
"Il primo mattino del mondo" venne presentata a novembre, nel corso di
Canzonissima 1961. Entrò in finale e si piazzò al quarto posto in un'edizione
che fu vinta da Tony Dallara con 'Bambina bambina'; 'Il primo mattino
del mondo' entrò nella top ten a metà gennaio - ma non ci rimase a lungo,
anche perché fu rapidamente sostituito nei negozi dal 45 giri portato
da Milva a Sanremo 1962, 'Tango italiano'.
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