ascolta il branoascolta i 30 secondi*



1954, L.Luttazzi-Scarnicci-Tarabusi, Ed. Liberty

visita la mostra sui mandolini
Il mandolino

 

Il brano inizia con piglio melodico, come un autentico, struggente "standard" della tradizione italiana - tuttavia dopo la prima strofa diventa un sostenuto "slow" con, sul fondo, un discreto accompagnamento di clarini e cornette che ricordano vagamente gli arrangiamenti di Glenn Miller. La cosa non deve stupire: l'autore della musica è il triestino Lelio Luttazzi, noto al grande pubblico come presentatore Rai a cavallo degli anni '70, e malauguratamente sottovalutato come musicista jazz. Notevole la facilità con cui il testo in napoletano di Giulio Scarnicci e Renzo Tarabusi si adatta a un arrangiamento così americaneggiante (questo nonostante il titolo sembri indicare come francese la destinataria della conchiglia-ricordo di un'estate - ovvero il "souvenir" di cui si parla).
Gianni Borgna, nella sua "Storia della canzone italiana" (Mondadori) inserisce la canzone, insieme a "Fontana di Trevi" e "Arrivederci Roma", nel filone "turistico". Il brano effettivamente riscosse un notevole successo all'estero: dal 1954, anno in cui fu composto, è stato interpretato da Perry Como, Connie Francis e Xavier Cugat. A tradurla in inglese fu Carl Sigman, noto per aver tradotto per Frank Sinatra "What now my love" (in origine di Gilbert Becaud). Piuttosto attento al genere, Sigman tradusse anche "Arrivederci Roma".

In Italia, da ricordare l'interpretazione di Teddy Reno, Jula De Palma, Fausto Cigliano e Nilla Pizzi; tuttavia a renderla popolare era stata la cantante indiana Amru Sani nella rivista "Tutte donne meno io" di Erminio Macario. Nel 1956 "Souvenir d'Italie" ispirò il film omonimo di Antonio Pietrangeli, un piccolo classico dell'epoca interpretato da Alberto Sordi, Vittorio De Sica, Massimo Girotti, Dario Fo: le protagoniste sono tre giovani straniere che, suggestionate dalla canzone, decidono di fare la conoscenza dell'Italia e - soprattutto, degli ineffabili maschi italiani.
Il brano fu probabilmente il maggiore successo di Luttazzi, del quale vanno ricordate anche "Sentimentale", "Muleta mia", "Bum, ahi... che colpo di luna!", "Legata a uno scoglio", "Vecchia America" e "Una zebra a pois". Giulio Scarnicci e Renzo Tarabusi invece costituiscono una coppia molto più nota per le sceneggiature che non per le canzoni: nel 1956 i due firmarono la commedia teatrale "Caviale e lenticchie", e successivamente contribuirono alla scrittura di film quali "Frenesia dell'estate" con Vittorio Gassman, "La cambiale" con Totò e Ugo Tognazzi, "La Pica sul Pacifico" con Tina Pica.


* per ascoltare i contenuti audio è necessaria la presenza dell'ultima versione di Windows Media Player, scaricalo