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Il
mandolino
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"Inizialmente, non credevo alle canzonette", ammette
Carlo Alberto Rossi, autore di questo grande 'standard' degli anni '40.
"Anche quando scrivevo qualche brano, non me ne sentivo fino in fondo
l'autore. A Milano mi chiamavano 'lo studente', perché ero iscritto
a Medicina. Poi, in Galleria del Corso conobbi Ladislao Sugar, editore
che ricordo come una grande persona, leale. A lui affidai le mie prime
canzoni, una ventina; poi divenni editore io stesso. Il panorama canoro
del tempo offriva brani quali 'Campanaro della Val Padana'
. Io cercai
una strada alternativa, scrivendo canzoni che si rifacessero a commedie
americane. E tra queste c'era 'Amore baciami'... Era un valzer lento,
nato un po' per caso. Lo avevo portato a Mascheroni, il quale lo ascoltò
e disse: 'Non mi far perdere tempo e soldi in valzer lenti, che non li
vuole nessuno. Adesso vanno gli slow, e tu li scrivi bene'. Al che risposi:
'Se i valzer lenti non vanno, è perché non c'è quello
giusto'".
Evidentemente, 'Amore baciami' era "giusta": nei primi sei mesi
del 1947, fruttò a Rossi 1 milione e 400 mila lire in diritti d'autore.
"Sarebbero 600 milioni di lire del 2001... Tuttora 'Amore baciami'
mi rende quasi 100 milioni all'anno", racconta. "Certo, il rovescio
della medaglia non mancò: quel successo mi portò ad abbandonare
gli studi di Medicina".
Fatta la musica, Gian Carlo Testoni ne scrisse il testo. "Per quanto
mi riguarda", afferma Rossi, "la musica precede sempre le parole.
Diversamente, ogni nota ne sarebbe condizionata. Quasi tutte le mie canzoni
sono nate al pianoforte, e poi altri hanno trovato le parole adatte".
Completato il brano, bisognava individuare chi potesse suonarlo e cantarlo.
"Subito pensai a Pippo Barzizza, uno dei migliori musicisti che allora
lavoravano alla Rai. Ebbe una grande idea: usare cinque sassofoni, invece
di tre, per creare un 'impasto'. Ed ebbe l'altra grande idea di farla
cantare a Lidia Martorana. Quella registrazione circola ancora oggi".
La Martorana, che presentò il brano al Carnevale del Mare di Rimini
con l'orchestra di Barzizza, si rivelò l'ideale, con la sua voce
sensuale, per un testo e un ritmo così languido - con la sua versione
si sono poi confrontate altre 'primedonne' come Mina, Jula De Palma e
Ornella Vanoni. Il brano conobbe un buon successo anche oltreoceano, dove
venne inclusa nella colonna sonora del film 'The main attraction', affidata
a Pat Boone, che lasciò il refrain in lingua originale. "Si
dovette arrendere all'evidenza, che è questa: quando una canzone
in lingua inglese si rivela un successo, hai due miliardi di persone che
ti ascoltano e ti cantano senza problema. Se invece nasce in italiano,
e vuoi cambiarne il testo in inglese per raggiungere pubblico in ogni
angolo del mondo, la cosa diventa complicata: quasi sempre, una bella
canzone italiana perde di fascino se non ti inventi un'adeguata forma
in inglese. E Pat capì di dover cantare nella nostra lingua".
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