I
Vergottini hanno una lunga storia che inizia ben prima dellapertura del salone in via Montenapoleone nel 1962, a Milano. Jill Vergottini, che dirige il salone de I Vergottini di Milano ci racconta: Tutto cominciò a Genova quando il mio bisnonno, il signor Quistelli, che faceva il parrucchiere, incontrò mio nonno e suo fratello. Mio nonno, Giovanni Vergottini, e suo fratello, Angelo, si trovavano a Genova perché volevano partire per l'America. I fratelli Vergottini inizano a lavorare nel negozio di Genova e dopo poco sposano Angela e Maria, figlie del signor Quistelli. La seconda guerra mondiale separa le due famiglie: Angela e Angelo rimangono a Genova, mentre Giovanni e Maria sono sfollati a Bergamo dove aprono a loro volta un negozio di acconciature. Angelo e Angela hanno tre figli Marisa, Betti e Nerina così come Giovanni e Maria che avranno Bruno, Lina e Celeste. Tutti i cugini Vergottini dimostrano interesse nell'ambito della ricerca e della creazione dimmagine. Iniziano così a viaggiare, per scoprire le tendenze dei principali coiffeur d'europa. Lidea di aprire un negozio, che riunisca le due famiglie Vergottini, viene a Celeste. Lina Vergottini ricorda: Gli anni sessanta sono momenti di grande aggregazione, così decidemmo di accettare la proposta di Cele e ci trasferimmo tutti a Milano. Comprammo un negozio in via Montenapoleone con l'idea di fare qualcosa di grande. Contattammo larchittetto Frattini che ci disegnò i mobili, realizzati da Cassina. Giorgio Confalonieri ideò il marchio. Non era un classico negozio da parrucchiere: era fatto tutto in legno. L'idea era quella di creare un ambiente familiare e accogliente. Il negozio apre il 5 ottobre 1962. I sette Vergottini diventano in breve tempo un punto di riferimento per la moda ed il costume. Lina spiega: All'epoca andavano delle pettinature molto cotonate e appariscenti; noi abbiamo creato la semplificazione della coiffure; finalmente una donna a casa, con un nostro taglio, poteva gestire la sua testa. Eravamo già molto avanti rispetto ai nostri concorrenti. La donna una volta andava una o due volte alla setimana dal parrucchiere, con i nostri tagli era libera di gestirsi da sola. Muoiono le cotonature, così come muore tutto quello che è difficile da gestire." Jill aggiunge: La consacrazione del successo arriva quando mio zio Cele viene contattato dalla casa discografica di Caterina Caselli. Per Caterina I Vergottini creano un caschetto che poi passò alla storia come il casco doro. Cele nel 1966 dichiara: Il corpo umano e quindi anche il volto si può contenere in una figura geometrica regolare, rigorosamente proporzionata. Si ricorda di quel disegno di Leonardo da Vinci?" (27 febbraio 1966, Bolero) Lina: Caterina dopo un po di anni si stancò di portare quel taglio e le fu creata una parrucca. Nel 1966 l'azienda Vergottini comprende già un complesso e moderno istituto di bellezza con palestra, solarium, sauna, un salone di bellezza e una boutique di alta moda. Dalle loro abili mani passano le teste più famose dello spettacolo italiano da Milva a Toni Renis, dalla Cinquetti a Raffaella Carrà. Jill aggiunge: In Italia siamo stati forse i primi creatori di immagine in assoluto. Abbiamo creato un luogo dove la donna entrava e veniva vestita, pettinata e truccata. Nessun parrucchiere è riuscito a creare un fenomeno di costume di questa misura. La tradizione di creatori di moda si tramanda e Jill, figlia di Bruno, va a studiare negli Stati Uniti dove farà esperienza dal famoso coiffeur Vidal Sassoon, come consulente d'immagine. Ora i Vergottini hanno due saloni: uno a Milano (in via Montebello 7) e uno a Roma (via Del Lavatore 44). |