Negli anni Venti, prima in America e poi in Europa,
il charleston fu il capostipite di
un nuovo modo di ballare, che rappresentava una rivoluzione dei vecchi
schemi e portava nelle sale da ballo una musica ancora considerata da
molti "sconveniente" come il jazz.
Le movenze improvvisate sui ritmi che nascevano dalla tradizione musicale
nera avevano dato origine anche al fox-trot,
ma fu il charleston a codificare nuovi passi e a diffondersi rapidamente
anche in Europa.
Il ritmo veloce, la posizione aperta dei ballerini, una maggiore libertà
della donna, sia nell'abbigliamento che nelle figure, la presenza di passi
acrobatici, precedono il boogie-woogie
e quello che nel secondo dopoguerra sarà il rock'n'roll.
Nato nell'ambiente degli scaricatori neri della Carolina del Sud, il charleston
prese nome dalla cittadina portuale che era il centro del commercio di
tabacco, legno e gomma. In Italia arrivò verso la metà degli
anni Venti, sull'onda dei film americani con Joan Crawford e dei successi
francesi di Josephine Baker. La canzone che lo lanciò fu "Lola,
cosa impari a scuola?", traduzione dell'inglese "That's
my baby" di George White.
L'epoca del charleston durò poco più di un decennio e finì
con la grande crisi del 1929. La gioventù trasgressiva, piena di
voglia di vivere e di divertirsi, si stava avviando verso una lunga guerra
e per un po' non ci fu molta voglia di balli scatenati. In mezzo agli
intramontabili lenti, l'unica novità ad animare le sale da ballo
negli anni Trenta e Quaranta fu la "tap-dance" resa famosa dalle
esibizioni di Ginger Rogers e Fred Asteir sul grande schermo, che in Italia
si diffuse però solo dopo la guerra, con il nome di tip-tap.

Negli anni Cinquanta si diffondeva in America il rock'n'roll, caratterizzato
da una musica aggressiva e urlata, che determinerà la vera rivoluzione
musicale di quegli anni, segnando quelli successivi con il genere rock,
che dagli anni Sessanta in poi sarà la musica per eccellenza della
contestazione giovanile e che, rinnovata e contaminata da altri generi,
sopravvive ancora oggi.
Anche il rock affonda le origini nella tradizione dei neri d'America,
dove l'espressione "rock and roll" aveva chiare allusioni sessuali,
e deve molto alla lezione del jazz.
A lanciarlo fu una tramissione radiofonica di Alan Freed e soprattutto
il chitarrista Bill Haley, che compose i famosi brani "Shake,
Rattle and Roll" e "Rock Around the Clock",
tradotto in italiano da L.Giacobetti in "L'orologio
matto".
Arrivarono
poi la spettacolarità di Elvis Presley e una serie di artisti e
complessi che scatenarono il pubblico giovanile in tutto il mondo. In
Italia, le date storiche furono il 1958, quando al Palazzo del ghiaccio
di Milano si svolse il primo festival rock, e il 1965, quando i Beatles
vennero per la prima volta in Italia in un breve tour che toccò
Milano, Genova e Roma.
La prima canzone che ha nel titolo la parola "rock" è
"Il
tuo bacio è come un rock" di Adriano Celentano
(1959). Non si parlava di un ballo, ma il modo di muoversi di Celentano
suscitò scandalo all'epoca. Al contrario del rock'n'roll, che aveva
dei passi definiti, di grande spettacolarità acrobatica, il genere
rock non si identificò con un ballo, ma con un modo di muoversi
a ritmo della musica che tradiva una chiara ispirazione afro-cubana, ma
lasciava ampia libertà ai ballerini, rompendo lo schema di coppia.
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