Sul finire degli anni Sessanta le discoteche si stavano svuotando e il movimento giovanile si riversava in massa ai grandi concerti, nelle piazze e nei centri sociali.
Alla stagione dei grandi concerti seguì quella politica. Si ascoltava ancora la musica rock, ma la musica ballabile era in declino e il mercato discografico, salvo rare eccezioni, non riescì a imporre nuove mode. Ci riuscirà di tanto in tanto la televisione, che nel 1972, in un'edizione di Canzonissima che vede protagonista Raffaella Carrà, determinerà il successo popolare di "Tuca-tuca".

Ma bisognerà aspettare i primi anni Ottanta perché le discoteche, completamente rinnovate, si riempiano nuovamente di giovani, nascano nuovi generi musicali e nuovi stili di danza: discomusic, technomusic, break-dance, hip-hop...
Da allora, anche la televisione, le case discografiche e le varie manifestazioni canore hanno provato puntualmente a lanciare nuovi balli. Il pubblico è sempre più giovane e si coinvolgono anche i bambini.
Nel 1981 Romina Power lancerà per loro "Il ballo del qua-qua", che ritroviamo l'anno seguente in vetta alle classifiche.

La contaminazione fra culture musicali di diversi paesi ha influito anche sul modo di ballare, dove sono stati introdotti ritmi africani, brasiliani, il più delle volte riproposti in versioni commerciali semplificate.
Negli anni Novanta si è assistito anche a una forte ripresa del filone latino-americano, divenuto di gran voga nelle scuole di ballo italiane, che ha riproposto come moda dell'estate mambo, cha-cha-cha, salsa e merengue, fino alla lambada, una derivazione della samba brasiliana, di grande popolarità nel 1989 con la canzone omonima dei Kaoma, e la macarena, portata al successo nel 1995 dai Los del Rio.