Stando
al sito enciclopedico Sapere.it, della De Agostini, per "Romanza"
si intende una "composizione per voce e pianoforte (eccezionalmente
per voce e gruppo strumentale o per voce e orchestra) su un testo generalmente
di carattere amoroso e sentimentale.
Sorta in Francia nella seconda metà del sec. XVIII, godette
vasta fortuna nella stessa Francia e nei Paesi di cultura latina nell'800
e nel primo '900. In Italia, in particolare, divenne un genere diffusissimo
e si qualificò come una sorta di riduzione domestica e facilitata
dell'aria melodrammatica. Parallelamente, nel melodramma presero il
nome di romanza quelle arie caratterizzate da un patetico abbandono
della melodia alla corriva vena sentimentale dei versi".
Come si vede, la romanza è un ponte tra l'opera vera e propria
e la canzone, tra uno stile raffinato e un approccio più immediato
- senza dimenticare che a costruire tale ponte hanno contribuito fior
di compositori e di interpreti. Ma non si può ignorare il fatto
che questa posizione intermedia tra arte elevata e arte popolare è
la stessa che molti rimproverano ad Andrea Bocelli. Intitolare 'Romanza'
un brano (una canzone a tutti gli effetti, firmata da Mauro Malavasi,
produttore di moltissime popstar italiane) è quindi in un certo
senso una dichiarazione di intenti e una piccola provocazione. Dal punto
di vista della musica classica, la romanza è una variante "leggera",
verrebbe da dire un "pop" ante-litteram. Viceversa, per buona
parte del pubblico accostarsi a una romanza negli anni '90 ha il sapore
di un tuffo in un repertorio classico. Bocelli propende decisamente
per la prima tesi - ma a suo dire, cantare brani di pop melodico non
lo allontana dalla lirica, anzi. "C'è molto scetticismo
attorno a quello che sto facendo ma non riesco a capire perché",
confida in un'intervista a "La Repubblica": tutti i tenori
prima o poi hanno fatto musica leggera. Caruso, Beniamino Gigli, Mario
Del Monaco e oggi lo stesso Pavarotti, giocano su due fronti. E persino
Franco Corelli, professionista serissimo e scrupoloso, incise un album
di canzoni - roba da pelle d'oca. Josè Cura, uno dei tenori più
in vista del momento, ha registrato due canzoni con Sarah Brightman
prima di me. Ci sarà una ragione - ed è una visione elastica
della lirica: l'opera non è un moloch né una religione
intoccabile. Tra i suoi compiti c'è quello, non secondario, di
intrattenere. Se uno la mischia con qualcosa di più leggero non
compie un sacrilegio, anzi, porta nuovo pubblico".
Eppure, con 'Romanza', e l'album che da essa prende il nome, esplode
il "caso Bocelli". Tra le critiche di chi nel suo successo
vede addirittura un passo indietro per la nostra cultura, nella primavera
1997 il disco va al n.1 in Francia dove vende oltre un milione di copie.
In Olanda supera il mezzo milione. A luglio, l'album va al n.1 anche
in Italia, davanti ai re delle hit parade estive (e non solo): 883,
Ligabue, Litfiba, Pino Daniele, Nek. In totale, nella sola Europa, il
disco vende oltre 6 milioni di copie. In America il boom avverrà
l'anno successivo - ma già Frank Sinatra fa sapere che vorrebbe
duettare con lui. "Sono costernato", commenta il cantante
in un'intervista a "Il Giornale". "Questi numeri sono
per me assolutamente imprevedibili ed io sto cercando di non preoccuparmene,
di non analizzarli. Dirò solo che il mio disco più bello,
'Viaggio italiano', un album di pura tradizione lirica, ha venduto un
decimo degli album che stanno conquistando le classifiche. Da un lato,
il successo 'pop' mi dispiace. Nello stesso tempo ne sono lieto perché
la curiosità intorno al mio nome equivale a una crescita di interesse
nei confronti della lirica".