1997, Malavasi, Ed. Sugar/Double Marpot



 

 

 

Stando al sito enciclopedico Sapere.it, della De Agostini, per "Romanza" si intende una "composizione per voce e pianoforte (eccezionalmente per voce e gruppo strumentale o per voce e orchestra) su un testo generalmente di carattere amoroso e sentimentale.

Sorta in Francia nella seconda metà del sec. XVIII, godette vasta fortuna nella stessa Francia e nei Paesi di cultura latina nell'800 e nel primo '900. In Italia, in particolare, divenne un genere diffusissimo e si qualificò come una sorta di riduzione domestica e facilitata dell'aria melodrammatica. Parallelamente, nel melodramma presero il nome di romanza quelle arie caratterizzate da un patetico abbandono della melodia alla corriva vena sentimentale dei versi".

Come si vede, la romanza è un ponte tra l'opera vera e propria e la canzone, tra uno stile raffinato e un approccio più immediato - senza dimenticare che a costruire tale ponte hanno contribuito fior di compositori e di interpreti. Ma non si può ignorare il fatto che questa posizione intermedia tra arte elevata e arte popolare è la stessa che molti rimproverano ad Andrea Bocelli. Intitolare 'Romanza' un brano (una canzone a tutti gli effetti, firmata da Mauro Malavasi, produttore di moltissime popstar italiane) è quindi in un certo senso una dichiarazione di intenti e una piccola provocazione. Dal punto di vista della musica classica, la romanza è una variante "leggera", verrebbe da dire un "pop" ante-litteram. Viceversa, per buona parte del pubblico accostarsi a una romanza negli anni '90 ha il sapore di un tuffo in un repertorio classico. Bocelli propende decisamente per la prima tesi - ma a suo dire, cantare brani di pop melodico non lo allontana dalla lirica, anzi. "C'è molto scetticismo attorno a quello che sto facendo ma non riesco a capire perché", confida in un'intervista a "La Repubblica": tutti i tenori prima o poi hanno fatto musica leggera. Caruso, Beniamino Gigli, Mario Del Monaco e oggi lo stesso Pavarotti, giocano su due fronti. E persino Franco Corelli, professionista serissimo e scrupoloso, incise un album di canzoni - roba da pelle d'oca. Josè Cura, uno dei tenori più in vista del momento, ha registrato due canzoni con Sarah Brightman prima di me. Ci sarà una ragione - ed è una visione elastica della lirica: l'opera non è un moloch né una religione intoccabile. Tra i suoi compiti c'è quello, non secondario, di intrattenere. Se uno la mischia con qualcosa di più leggero non compie un sacrilegio, anzi, porta nuovo pubblico".

Eppure, con 'Romanza', e l'album che da essa prende il nome, esplode il "caso Bocelli". Tra le critiche di chi nel suo successo vede addirittura un passo indietro per la nostra cultura, nella primavera 1997 il disco va al n.1 in Francia dove vende oltre un milione di copie. In Olanda supera il mezzo milione. A luglio, l'album va al n.1 anche in Italia, davanti ai re delle hit parade estive (e non solo): 883, Ligabue, Litfiba, Pino Daniele, Nek. In totale, nella sola Europa, il disco vende oltre 6 milioni di copie. In America il boom avverrà l'anno successivo - ma già Frank Sinatra fa sapere che vorrebbe duettare con lui. "Sono costernato", commenta il cantante in un'intervista a "Il Giornale". "Questi numeri sono per me assolutamente imprevedibili ed io sto cercando di non preoccuparmene, di non analizzarli. Dirò solo che il mio disco più bello, 'Viaggio italiano', un album di pura tradizione lirica, ha venduto un decimo degli album che stanno conquistando le classifiche. Da un lato, il successo 'pop' mi dispiace. Nello stesso tempo ne sono lieto perché la curiosità intorno al mio nome equivale a una crescita di interesse nei confronti della lirica".