

L'album "Sogni"



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Piccolo
gioiello misconosciuto della canzone italiana degli anni '90, è
uno dei brani preferiti da Raf tra quelli da lui scritti.
Beppe Dati, autore di un testo che in punta di piedi evoca Eugenio Montale
('malinverno', 'il male di vivere'
), ricorda di essere stato molto
colpito quando, nel 1991, ricevette il nastro dal cantante, con cui aveva
cominciato a collaborare un paio di anni prima - realizzando tra l'altro
'Cosa resterà degli anni '80'. "Quando Raf mi dette la cassetta
io mi misi ad ascoltarla in treno
E mi prese un senso di tristezza
fortissimo, con questa musica struggente, con un inizio così drammatico
e poi una serie di accordi malinconici
Il testo lo scrissi prendendo
spunto dal provino di Raf, cantato in inglese maccheronico, molto dolce,
molto musicale. Lui partiva con 'And
(pausa lunga abbastanza da berci
un caffè) I'm wanting to be
(altra pausa, altro caffè
)'.
Questa è un'introduzione, pensai: che gli si racconta qui? Allora
cominciai a lavorare all'idea di una storia: un uomo che torna a Rimini,
dove d'estate ha vissuto un amore, ma ora è inverno, in tutti i
sensi. Così, torna per ricordare quei 3 giorni in quella città
affascinante ma triste, perché c'è 'tanta solitudine in
fondo all'allegria'... Torna e - masochista - prende quella stessa camera
d'albergo. E all'inizio immagino che si guardi intorno, grazie anche alle
lunghe pause nel cantato".
Ma nelle strofe successive, il sentimento emerge con tutta la sua forza,
e le pause scompaiono: le strofe si fanno lunghe, serrate, disperate:
ad avviare il cambio di velocità è la frase "Dove sei,
coi sandali?". Il cantato originale, svela Dati, era: "When
you say, oh suddenly
". "Io pensai: '
Suddenly? Sandali!'
Mi misi a canticchiare la frase davanti a Raf e lui rimase sbalordito.
Gli domandai: non ti piace? Ma lui era entusiasta: no, no, è fortissimo!"
Inclusa nell'album 'Sogni
è tutto quello che c'è",
la canzone venne arrangiata da Dado Parisini, e arricchita dagli assoli
finali di due dei più grandi session-men italiani: il chitarrista
Andrea Braido e il sassofonista Stefano 'Cocco' Cantini, sulle cui ultime
note sovrapposte al suono della marea 'rinviene' il brano acustico che
apre e chiude l'album, 'Sogni'. 'Malinverno' non è stata proposta
come singolo in occasione dell'uscita del CD, anche a causa della concomitante
presenza di altri brani importanti ('Interminatamente', 'Oggi un Dio non
ho' e 'Siamo soli nell'immenso vuoto che c'è'), ma il suo momento
è arrivato sei anni dopo, in una nuova versione stile "jungle"
di oltre 6 minuti, pubblicata in occasione del ritorno del "Disco
per l'Estate". E non solo: Raf l'ha affrontata nuovamente con passo
molto più lento, vagamente jazzato (quasi 'lounge', ma con ritmica
'uptempo') per la sua raccolta 'Collezione temporanea'. Nell'occasione,
il testo contiene una variante: non viene citata 'quella stanza che tu
sai', perché la frase diventa: "Quanta solitudine, chissà
se un po' anche tu ne avrai".
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