"Sono considerato uno che rompe le scatole. D'altra parte è quello che una volta facevano i cantautori prima che la musica diventasse la ricerca delle filastrocche: a livello di testi c'è una discesa clamorosa, tra un po' arriveremo a 'giro-giro-tondo'...".
(Francesco Baccini)

 



1992,F.Baccini, Ed. Sugar 


La copertina del disco di
Francesco Baccini
"Nomi e cognomi"


 

Nel 1992 Francesco Baccini pubblicò "Nomi e cognomi", album che contiene una serie di canzoni dedicate a personaggi illustri, da Diego Maradona a Renato Curcio, da Jack lo Squartatore a Lupo de Lupis, da Adriano Celentano allo stesso Baccini. Fa parte del disco anche 'Giulio Andreotti'.

All'epoca, il critico Mario Luzzatto Fegiz scrisse sul Corriere della Sera: "Non è una canzone contro l'uomo politico, ma semmai contro i luoghi comuni con i quali l'italiano medio tira a campare demonizzando di volta in volta questo o quello. Continua infatti il brano: 'Ma lasciatelo stare, poverino, questo dargli addosso è assurdo e cretino... Chi ha sbagliato manovra? Andreotti. Che c'è dietro la Piovra? Andreotti…'. La canzone va in crescendo e diviene sempre più surreale: 'Chi ha baciato Cicciolina? Andreotti. Chi non paga mai in tribuna? Andreotti. Ma lasciatelo in pace poverino, questo dargli addosso è tipico italiano. Chi incasina il partito? Andreotti. (Poi entra una voce stridula da zitella) Ma perché non ho marito? Colpa di Andreotti...'. Il brano, che piace molto, fa parte di un album che è tutto men che allusivo".

Racconta Baccini: "Alla casa discografica erano spaventatissimi, anche perché all'epoca lui era Presidente del Consiglio. Tra l'altro io questa canzone l'avevo anticipata una sera a Rimini, molto prima che uscisse sull'album. Ero in concerto, e ho detto al pubblico: 'Bene, ora vi faccio questa canzone che non conoscete'. E, lo giuro su mia madre, tre giorni dopo mi è arrivata una telefonata: 'Buongiorno, sono la segretaria dell'onorevole Andreotti'. Io mi ero appena svegliato e ho pensato: è uno scherzo: 'Ah, beh. Chiami il mio manager'. Un minuto dopo mi chiama il manager: 'Sei pazzo, cosa c... hai combinato !!!! Andreotti dice che hai fatto una canzone su di lui e vuole sentirla!' Io un po' sgomento, ma anche ammirato: con tutto quello che aveva da fare, trovava modo di essere informato su uno che aveva fatto una canzone su di lui ma non in tv o per radio, in un concerto qualsiasi…Allora era proprio vero quello che si diceva di lui: sapeva veramente tutto… Comunque io la canzone non l'avevo registrata da nessuna parte, e c'era la segretaria che mi telefonava ogni tre giorni, insomma ho dovuto mandarle la registrazione fatta durante un soundcheck. Solo dopo un mese ho deciso di metterla nel disco. Nel frattempo mi è arrivata una lettera su carta intestata della Presidenza del Consiglio in cui ringraziava e diceva che si era divertito. C'è da dire che io nello scrivere il testo non mi ero assolutamente autocensurato, e riconosco che certi passaggi erano un po' a rischio di querela. Comunque lui ha capito l'ironia della cosa, mentre i suoi uomini di fiducia evidentemente no: ho cominciato ad avere dei problemi sin dalla settimana successiva. L'inizio è stato con 'Domenica In': avevo concordato la mia presenza per cantare il pezzo in diretta, poi il giorno prima della trasmissione mi fanno sapere: 'Purtroppo abbiamo deciso di non avere più cantanti in trasmissione'. Dò un'occhiata al programma - di cantanti ce ne sono sei! Telefono e chiedo: 'Beh?' Loro mi fanno: guarda, se vuoi puoi venire e cantare l'altra tua canzone, 'Margherita Baldacci…'"

"Comunque qualcosa è cambiato anche nei confronti della critica. Coi primi dischi, erano tutti ben disposti. Poi, dopo 'Nomi e cognomi', molti mi hanno voltato le spalle, mi dicevano: ma come, prima fai canzoncine come 'Sotto questo sole' e poi ti dai alla politica, parli di Andreotti - poi c'è stato il video con Renato Curcio, che non è mica Nelson Mandela, non ti fa certo vendere dischi. Non ho mai fatto discorsi da brigatista né da simpatizzante, eppure me l'hanno fatta pagare. Di andare in televisione me lo sono scordato - e il colpo definitivo è arrivato adesso che ho fatto una canzone su Berlusconi. Che non è nemmeno polemica: l'ho scritta dopo tutte le tribune elettorali, quando ho capito che oggi l'italiano medio sogna una cosa sola: diventare come Berlusconi".