"Anche oggi che sono arrivato al mio ottavo Festival, sono convinto che ci sarà qualcuno che si stupirà di ritrovarmi fra i 'Big'. Se hai un carattere schivo, e affronti quel palcoscenico in punta di piedi, l'etichetta di esordiente non te la toglie nessuno".
(Michele Zarrillo)


1982, A. Cassella-M. Zarrillo-T. Savio Ed. Melodi/Emi songs

   


 

Dopo aver fatto parte giovanissimo di gruppi rock come Semiramis e Rovescio della Medaglia, nel 1981 il ventitreenne Michele Zarrillo si presentò per la prima volta al Festival di Sanremo con 'Su quel pianeta libero', passata pressoché inosservata.

Nel 1982 tornò alla carica con un nuovo brano, da lui scritto con la collaborazione di Savio e Cassella per gli arrangiamenti. Anche stavolta non riuscì a 'sfondare: "Quando presentai 'Una rosa blu' neanche mamma si accorse del mio passaggio", ha ricordato il cantautore romano in un'intervista al quotidiano "Il Giorno". "Fui eliminato la prima sera senza troppi complimenti, e il can can giudiziario alimentato da Claudio Villa attorno alle giurie del 'patron' Gianni Ravera arrivò ad allungare ombre pesanti su quella edizione".

Il "Reuccio", infatti, essendo stato a sua volta eliminato, scatenò una polemica gigantesca con tanto di ricorso al pretore, che si concluse con un compromesso con Ravera: uno degli eliminati, estratto a sorte, avrebbe riproposto la sua canzone (fuori concorso) durante la serata finale. L'urna favorì proprio Zarrilo, declinò l'offerta in segno di solidarietà con gli altri eliminati. Il Festival si concluse con la vittoria di Riccardo Fogli ('Storie di tutti i giorni'), e lanciò almeno un paio di brani: 'Felicità' di Albano & Romina, e 'Vado al massimo' di Vasco Rossi.

"Col tempo, 'Una rosa blu' ha ottenuto l'attenzione che meritava: è diventata un cavallo di battaglia dei miei concerti, e si è trasformata in un marchio di successo anche per acque minerali e cioccolatini… Ma dopo quel Festival mi ci sono voluti cinque anni, e la vittoria fra le 'Nuove proposte' del 1987 con 'La notte dei pensieri', per scacciare la delusione".

Nel 1998, il "risarcimento" viene completato dalla riedizione di 'Una rosa blu' come singolo: il testo del brano, che allude al tatuaggio della inquietante "bionda snob che ricorda Londra" sembra più in sintonia col linguaggio dei ragazzi del '98, tra i quali i tatuaggi sono decisamente molto più popolari rispetto alle generazioni precedenti. Anche per questo motivo, 'Una rosa blu' guadagna i primi posti in hit-parade e viene portata da Zarrillo al Festivalbar per suggellare il clamoroso successo della raccolta 'L'amore vuole amore' (61 settimane in classifica, e 5 dischi di platino).