1986 - E.Ruggeri, Ed. SuviniZerboni/Warner C.

 

 


La copertina del disco
Enrico VIII




 

Nel 1986 Enrico Ruggeri partecipa al Festival di Sanremo, presentando 'Rien ne va plus'.

"Andare a Sanremo richiedeva un'immediata uscita discografica, ma noi avevamo programmato l'uscita dell'album ad autunno. Così optammo per il mini-LP 'Difesa francese', che avremmo promosso con un tour primaverile subito dopo il Festival, e un altro tour più ampio in inverno per promuovere l'album vero e proprio, ovvero 'Enrico VIII'". Molto probabilmente furono i due tour in un solo anno ad ispirare 'Il portiere di notte': "A causa del mio vagabondare per alberghi, ho conosciuto parecchi portieri di notte, anche se per fortuna non di motel di infima categoria o di alberghi a ore... Sono sempre rimasto colpito dal fatto che negli alberghi la stanza rimane sempre quella, mentre cambiano i clienti: come un palcoscenico su cui si avvicendano diversi attori. Il portiere poi mi suggeriva l'idea dell'eterno spettatore: colui che guarda ed è costretto a lavorare, vede le camere come sono 'dopo' e le prepara per chi deve arrivare, organizza gli amori altrui, e ne rimane sempre escluso".

"Enrico VIII fu il mio primo disco d'oro. Gran parte del suo successo si deve a 'Il portiere di notte'", ha confessato il cantautore. "In principio non era un brano cui fossi particolarmente affezionato, ma ha finito poi per rappresentare una vera sorpresa dal vivo. E' uno dei pezzi che amo di più cantare, perché tutto giocato su un'interpretazione che cambia ogni sera, paradossalmente facilitata dall'argomento evidentemente non autobiografico del pezzo". Che Ruggeri ami interpretare il brano è confermato dalla sua presenza sui live 'Vai Rrouge' e 'La vie en rouge' - nel primo caso, con accompagnamento di orchestra sinfonica, nel secondo in una sobria, fumosa versione 'jazzy'.

Due anni dopo, la canzone venne affrontata anche dalla cantante italiana per eccellenza: "Nel 1988 mi trovavo in studio per l'album 'La parola ai testimoni', quando squillò il telefono. Rispose Luigi Schiavone, il mio chitarrista, e si sentì dire: 'Sono Mazzini'. E lui: 'Piacere, io sono Garibaldi'. 'Sono Mina Mazzini', precisa lei. Schiavone si irrigidì e mi passò la cornetta... Mina voleva incidere 'Il portiere di notte', ma chiedeva alcune modifiche, in modo che il testo potesse adattarsi a una donna. Dissi immediatamente di sì, ma poi rimasi sveglio la notte a cercare di far quadrare il cerchio. Far cantare la canzone dalla prostituta amata dal portiere? O cambiare sesso a quest'ultimo? Ma poi di chi si sarebbe innamorato, di un gigolò 'bello e quasi sempre biondo'? Nessuna soluzione mi convinceva. La mattina dopo mi decisi a telefonare a Mina e, umile e impacciato come Fantozzi, le dissi - dandole del lei, nonostante i suoi tentativi di farsi dare del tu - 'Signora, se lei mi fa il grande onore di cantare la mia canzone, vuol dire che la ritiene un classico. E quindi mi piacerebbe che facesse come ha fatto con 'Non è Francesca', per la quale non ha richiesto modifiche in 'Non è Francesco'. Mina rimase colpita dalla mia fermezza: mi chiese un giorno per pensarci, e richiamò il giorno dopo dicendosi d'accordo con me… Tuttavia, se devo essere sincero la sua versione non mi fa impazzire. Credo che ogni tanto Mina si metta a strafare, come se non sapessimo di cosa è capace. Mi pare che la sua 'Il portiere di notte' sia un po' troppo urlata e teatrale".