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Il
mandolino



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Nel dicembre
1983 il settimanale "TV Sorrisi e Canzoni" ospitava un articolo
nel quale Loredana Berté scriveva di suo pugno: "E' l'estate
del 1982, sono su un jumbo dell'Alitalia, volo Milano-New York. Sto andando
ad incidere 'Non sono una signora' senza sapere che il destino è
lì in agguato, qualche poltrona più avanti. Proprio in quel
momento, proprio su quell'aereo, viaggia il mio futuro marito".
Si trattava del poco più che ventenne Roberto Berger, erede di
una cospicua fortuna industriale e più giovane della cantante di
dieci anni. Inevitabile commentare che tra i due progetti che stavano
prendendo forma su quell'aereo, il matrimonio e la canzone, ha vinto quest'ultima.
Ben presto infatti le nozze tra la cantante e il 23enne Berger si rivelarono
un disastro. Alla cerimonia, tenutasi il 30 dicembre 1983 alle Isole Vergini,
seguì un rapido deterioramento dei rapporti tra la famiglia del
giovanissimo sposo e la nuora. Ma qualche mese dopo la rottura definitiva,
i giornali rosa pubblicarono la sensazionale notizia: al fianco della
star di Bagnara Calabra c'era un uomo nuovo, il tennista più famoso
di sempre, lo svedese Bjorn Borg. I due, dopo una convivenza burrascosa,
vennero uniti in matrimonio nel 1989 dal sindaco di Milano Paolo Pillitteri.
Come è noto, anche questo legame andò in pezzi, finendo
per rafforzare il legame tra Loredana Berté e le parole della canzone.
E dire che 'Non sono una signora', pur col suo tono irriducibile, pareva
aver riconciliato la cantante con il mondo: 31enne, una carriera in piena
ascesa, la Berté si toglieva la soddisfazione di vincere il Festivalbar
davanti all'acerrima rivale Donatella Rettore, dichiarando a 'Sorrisi
e Canzoni': "E' un momento felice. Da bambina sognavo di diventare
una regina
Ho avuto le mie vittorie. E come tutti, i miei guai.
Li ho cantati, e la gente ha capito che in certe emozioni c'era qualcosa
di più forte della comune rabbia che può avere qualcun altro.
E forse non sono una signora, ma la regina di un'estate sì".
Per la premiazione, salì sul palco dell'Arena di Verona vestita
da sposa - malauguratamente, proprio sul finale della canzone, inciampò
nel lunghissimo strascico, facendo un solenne tonfo
Recuperato il
microfono, ebbe la prontezza di sorridere: "Non sono una signora,
questo vestito non lo so portare".
Sicuramente, tra le tante canzoni scritte da Ivano Fossati per le dive
della canzone italiana (Mina, Ornella Vanoni, Mia Martini, Anna Oxa, Patty
Pravo, Fiorella Mannoia), nessuna si adatta alla sua interprete quanto
'Non sono una signora'. Nel 1982, quando riallacciò i contatti
con Loredana Berté a qualche anno da 'Dedicato', Ivano Fossati
non era il cantautore schivo che oggi conosciamo, ma uno dei nomi più
"caldi" dell'industria discografica, in grado di scalare le
classifiche sia da solo ('La mia banda suona il rock', 1979) che come
autore e produttore ('Un'emozione da poco', 'Pensiero stupendo', 'E non
finisce mica il cielo'). E se oggi la sua immagine evoca la sua Genova
e le 'notti in Italia', in quel periodo era quasi più americano
che italiano. Si affidava quasi solo a musicisti stranieri, e viveva pressoché
in pianta stabile negli Stati Uniti. In 'Carte da decifrare', autobiografia
scritta a quattro mani con Pietro Cheli, accenna con nonchalance a come
in quel periodo, a New York "Io, Loredana, Renato Zero, Walter Chiari
e Chet Baker ci trovavamo ogni sera con i Platinum Hook, trascinante gruppo
di neri newyorchesi che suonava nei dischi di Loredana".
Dopo il successo di 'Non sono una signora' e dell'LP che la contiene,
'Traslocando', il sodalizio Berté-Fossati si rinnova nel 1983 grazie
all'album 'Jazz' - ma il cantautore è sempre meno entusiasta di
lavorare per altri, e decide di rinunciare a tale aspetto della propria
carriera. Di fatto, nella sua biografia sembra quasi prendere le distanze
da quanto scritto per altri artisti. Viceversa la Berté, anche
in seguito alle vicissitudini sopracitate, finisce per identificarsi sempre
di più con tale canzone, che pare riaffacciarsi in alcune grintose,
insoddisfatte composizioni da lei scritte e cantate ('Io sì, io',
'Stiamo come stiamo', 'Amici non ne ho'). E ancor oggi, quando si tratta
di esprimere la sua filosofia di vita, le capita di affermare "Come
sto? Bene. Anche se la guerra non è mai finita" oppure: "Forse
dovrei stare sempre tranquilla, educatina, fare la riverenza, ma io non
ci sto. Qualunque aria tiri, comunque si mettano le cose, io non sono
una signora" (da interviste al Corriere della Sera e al Messaggero).
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