Fiorella Mannoia
Finalmente
ritagliatasi un po' di popolarità proprio a Sanremo ('Caffè
nero bollente', 1981), nel 1984 Fiorella Mannoia torna al Festival con
questa canzone di non comune intensità, il cui titolo racchiude anche
un velato riferimento al desiderio della 30enne cantante romana di mutare
pelle e mostrare la sua vera personalità, dopo alcuni anni di infruttuosi
tentativi con un genere per il quale è davvero appropriata la definizione
"musica leggera".
Una serie di dischi accolti tiepidamente, che avevano indotto quella che
oggi è una delle più importanti interpreti italiane a mantenersi
con la carriera di modella e poi di controfigura cinematografica. "'Come
si cambia' è stato il pezzo che mi ha fatto capire che cantare era
ormai diventato il mio mestiere. E soprattutto, ho capito che la mia vocazione
era quella di toccare la corda delle emozioni", avrebbe poi dichiarato
la Mannoia.
Il brano è opera di Renato
Pareti e Maurizio Piccoli. Al primo si devono alcune canzoni
di Loredana Bertè e i maggiori successi dei Nuovi Angeli ('Singapore'
e 'Donna Felicità', entrambe firmate con Roberto Vecchioni). Anche
Piccoli ha scritto brani per Loredana Bertè (tra i brani da lui firmati,
'Stiamo come stiamo' e 'Luna'); suo maggiore successo, in coppia con Dario
Baldan Bembo, "Inno", di Mia Martini. I due hanno il merito di
aiutare Fiorella Mannoia a rivelare le sue potenzialità: dopo 'Come
si cambia', verranno le collaborazioni con alcuni dei più celebrati
autori italiani: da Mogol a Fossati, da Ruggeri a De Gregori.
A dispetto del playback (imperante, in quegli anni, a Sanremo) la forza
della canzone è tale da permettere alla Mannoia di lasciare un segno
in una kermesse che, al contrario, incorona le canzoni con meno pretese:
sul podio finiscono Albano e Romina ("Ci sarà"), Toto Cutugno
("Serenata"), Christian ("Cara"). 'Come si cambia' si
piazza al quattordicesimo posto: si riscatterà nelle classifiche
di vendita, entrando nella top ten della hit-parade.