|

http://www.circuitomusical.com/home.htm



|
Nel
1982 il 36enne Antonio Pecci Filho, detto Toquinho, era piuttosto noto
in Brasile, grazie ai 16 album incisi con Vinicius de Moraes, e conosceva
piuttosto bene l'Italia, dove aveva inciso alcuni dischi collaborando
in particolare con Ornella Vanoni ("La voglia, la pazzia, l'innocenza,
l'allegria"). L'Italia tuttavia non conosceva lui - esclusi,
s'intende, i fans della Vanoni. Gianni Daldello, dirigente e responsabile della produzione artistica della CGD, presentò Franco Fontana, organizzatore di spettacoli
di artisti brasiliani in Italia e di artisti italiani in Brasile e allora titolare dell'etichetta Maracanà, alla Sugar. Inoltre propose
a Maurizio Fabrizio, autore della musica di due canzoni vincitrici a Sanremo
("Storie di tutti i giorni" e "Sarà quel che sarà")
di collaborare con il chitarrista di San Paolo del Brasile. "Toquinho
gli pareva avere le carte in regola per diventare il primo brasiliano
di successo in Italia", racconta Fabrizio. "Era giovane, piacente,
parlava bene l'italiano ed era bravissimo". Il momento, poi, pareva
favorevole: l'Italia viveva una sorta di infatuazione per tutto ciò
che era brasiliano (dal calciatore Falcao alle ballerine Oba-Oba). Fu
così che Fabrizio, con la benedizione di Daldello, prese l'aereo e andò a San Paolo.
"Toquinho, che non avevo mai visto prima, venne a prendermi all'aeroporto.
Dopo aver mangiato e chiacchierato, ci mettemmo a suonare. 'Acquarello'
fu in assoluto la prima idea musicale a vedere la luce. Io gli proposi
uno spunto, lui mi disse: 'Ho un'idea che si può aggiungere' -
si trattava della prima strofa. Le due parti, la mia e la sua, si fondevano
incredibilmente bene, era come se si aspettassero da tanto tempo per stare
insieme. Tanto che non abbiamo più avuto bisogno di lavorarci:
a quel punto bastò aggiungere il testo meraviglioso di Guido Morra,
e la canzone era nata".
In seguito, la canzone fu oggetto di una controversia legale sollevata
dalla moglie di Vinicius de Moraes, lo scomparso poeta che aveva a lungo
collaborato con Toquinho. Fabrizio, sorridendo, afferma: "Toquinho
si comportò in modo un po' vago, un po' come è nella natura
dei brasiliani - lo dico in modo affettuoso, dopo tutto sto parlando di
uno dei miei amici più cari. Ma a quanto pare la strofa da lui
proposta era una cosa che anni prima aveva fatto con Vinicius. Non sono
sicuro, ora, del fatto che lui me ne avesse accennato - di certo non ha
insistito sul particolare, quindi io non ci feci più caso. Ma dopo
la prima edizione, abbiamo attribuito la paternità della canzone
anche a Vinicius".
Il titolo originale del brano che poi ha dato vita alla versione a noi nota di "Acquarello" era "Uma rosa en minha maõ", canzone scritta dallo stesso Toquinho e da Vinicius de Moraes, il testo rispecchiava già quello poi reso da Morra in italiano. Mancava l'inciso: scritto ed aggiunto da Maurizio Fabrizio per la parte musicale ed il testo, in originale, creato ex novo dallo stesso Morra.
Durante il festival di Sanremo del 1983 l'artista brasiliano si presentò
come ospite, e propose questo pezzo dolce e fantasioso - ma con finale
piuttosto amaro ("Siamo solo un acquarello che scolorirà").
Nel giro di poche settimane sia il 45 giri che l'album, che includeva
altri brani composti con Maurizio Fabrizio, salirono ai primi posti della
hit-parade italiana. Il 33 giri finì per essere uno dei più
venduti di quell'anno (n.19 nella classifica annuale dello specializzato
"Musica e dischi").
La canzone, con il titolo "Aquarela", ottenne un notevole successo
anche in Sudamerica. Fabrizio, che in seguito ha realizzato altri tre
album con il chitarrista di San Paolo, ricorda: "A Toquinho quella
canzone ha davvero cambiato l'esistenza. Ricordo 30.000 persone cantarla
nello stadio di San Paolo - un'esperienza, non posso negarlo, molto bella
e gratificante anche per me come autore. So persino di negozi brasiliani
che hanno cambiato il loro nome in 'Aquarela', in omaggio al brano". |