1972, F.Califano-T.Savio, Ed. Sugarmusic/Vianello




Franco Califano

 

Nel 1972, pochi mesi dopo l'uscita di 'Semo gente de borgata', grande successo scritto per i Vianella, Franco Califano supera la dimensione di semplice autore di successi per altri cantanti (aveva firmato ad esempio 'La musica è finita', per Ornella Vanoni) e pubblica il suo primo vero e proprio album.
Il disco si intitola 'N bastardo venuto dal sud', e contiene 'L'urtimo amico va via', scritta con la collaborazione di Totò Savio. Questi ha più che altro elaborato l'arrangiamento: Califano tiene a precisare infatti che 'si tratta di una canzone che sento mia come cantautore, e non come autore, cosa che si verifica per 'Semo gente de borgata' o 'Tutto il resto è noia' - canzoni in cui, tolto il testo, non rimane niente… Qui invece c'è una melodia precisa, spunti musicali che ho cercato e voluto".

'L'urtimo amico va via', peraltro, è il primo brano scritto in dialetto romanesco dal popolare "Califfo". "Stranamente, l'ho scritta quando vivevo a Milano - forse è stata la nostalgia. Anche se sinceramente Milano, al di là dei soliti discorsi di contrapposizioni tra milanesi e romani, è una città dove mi sono trovato molto bene, e che mi ha anche insegnato molto".

Il testo di Califano tra l'altro sembra anticipare alcuni temi cari ai cantautori odierni, come Max Pezzali e Ligabue. "So che Max Pezzali ha molta stima di me. Comunque credo di aver semplicemente rappresentato una situazione nella quale prima o poi si trovano tutti: il tempo che passa e questa immagine degli amici che si sposano, del bar frequentato in gioventù che chiude... Sono cose vere. Tant'è che io l'ho cantata al matrimonio di una coppia di miei amici, cui ho fatto da testimone. I due poi si sono regolarmente separati…".