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L'album
in cui è contenuta
la canzone
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Fin da quando
apparve sull'album 'Viva' (1979, uno dei dischi più fortunati del
gruppo) risultò evidente che questo brano sarebbe diventato un
classico dei Pooh.
Il particolare impatto sonoro con la band che spinge al massimo il pedale
della coralità, la storia suggestiva, l'incedere drammatico e l'estro
a briglia sciolta del paroliere Valerio Negrini hanno contribuito a rendere,
da vent'anni a questa parte, 'L'ultima notte di caccia' uno dei momenti
più attesi dei concerti dei Pooh.
La vicenda, una di quelle che sembrano colpire particolarmente la fantasia
di Negrini (basti pensare a 'Inca' o 'La leggenda di Mautoa') è
ispirata alla contrastata relazione tra un nativo americano e una ragazza
bianca. "E' una storia ispirata ad un racconto che ci venne fatto
in Canada", spiega Roby Facchinetti, autore della musica: "Era
il 1977, eravamo a Montreal per il nostro tour americano, e fummo portati
per la prima volta all'interno di una riserva indiana, a un centinaio
di chilometri dalla città. Lì c'era una tribù i cui
componenti vivevano ancora secondo le usanze di duecento anni prima. Tra
l'altro fu una delle nostre più belle esperienze, perché
fummo loro ospiti durante una loro festa tradizionale, molto bella e colorata
E' diventato uno dei nostri classici da concerto, di solito lo inseriamo
nella cosiddetta sezione del pop sinfonico, insieme a 'Parsifal' e 'Lettera
da Berlino Est')". In oltre vent'anni di concerti, i Pooh hanno sperimentato
qualche variante al brano, proponendolo in alcune occasioni in versione
acustica, oppure aggiungendo enfasi con tamburi e sonorità etniche.
Quest'ultima variante è naturalmente quella preferita dal pubblico,
che apprezza particolarmente il "crescendo" finale.
"Sicuramente
è uno dei pezzi in cui i Pooh vengono fuori al massimo della loro
compattezza, un brano che esalta la capacità di quattro musicisti
di fondersi in una canzone", conclude Facchinetti.
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