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Il 45 giri di
Massimo
Ranieri
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"Volevo la vittoria ad ogni costo, ma temevo che la sorte mi giocasse
un brutto scherzo come l'anno scorso, quando Nicola Di Bari mi superò
nel finale. Cosa rappresenta per me questo trionfo? Innanzitutto i
150 milioni che ho fatto guadagnare al fortunato possessore del biglietto
della lotteria abbinato al mio nome. Ma per me personalmente significa
il riscatto di tanti mesi di umiliazioni, dispiaceri, malignità. Qualcuno
aveva scritto che ero addirittura sul viale del tramonto. Poi quando sono
andato sotto le armi, si è accennato alla possibilità che il pubblico
mi dimenticasse in fretta".
Così Massimo Ranieri commentava, nel gennaio 1973, la sua seconda vittoria
a Canzonissima: una vittoria ottenuta con lo stesso team di autori di
'Vent'anni', canzone vincitrice nel 1971 (ovvero, Enrico Polito e Gianfranco
Bigazzi).
Dopo la premiazione, tra l'altro, l'interprete napoletano fu colto da
un leggero malore: il medico di servizio al Teatro delle Vittorie gli
fece bere un bicchiere di cognac e lo portò per alcuni minuti all'aria
aperta. "La vigilia è stata molto tormentata per me: ho avuto una leggera
crisi. Per due notti non ero riuscito a dormire e ho affrontato la finalissima
a digiuno da 24 ore", confessò Ranieri.
In ogni caso, archiviato il 1972 e la sofferta parentesi del servizio
militare, il 1973 iniziò proprio come il 1971: nessun cambiamento nell'abbigliamento
del cantante ("Ho indossato lo stesso smoking di due anni fa, per scaramanzia")
nè nella gerarchia di Canzonissima: ancora una volta, il grande rivale
ed ex re della gara canora, Gianni Morandi, veniva battuto.
Della sua 'Il mondo cambierà', pochi si ricordano; 'Erba di casa mia'
è invece rimasta uno dei cavalli da battaglia dei concerti di Ranieri,
anche se il cantante confessa: "Non so come e perché è stata composta,
non assistevo mai alla composizione delle canzoni. Bigazzi e Polito facevano
la canzone, dicevano 'cantala'. Ed io la cantavo. Ero un ragazzo, e come
quasi tutti i cantanti di allora non avevo titolo per discutere una canzone
che mi veniva proposta, o addirittura per dire che non mi piaceva… E poi
avevo fame, avevo voglia di sfondare, avrei cantato anche l'Aida: quando
hai fame va bene tutto. Certo sono stato molto fortunato, ho potuto cantare
delle belle canzoni. Ma alla fine non mi sono mai fatto domande sul loro
significato: una canzone viene sempre fatta per uno scopo unico: fare
soldi. Erano canzonette, e come tali vanno prese".
In quel periodo Ranieri cominciò a maturare la decisione di allentare
i suoi legami con la canzone per stringere quelli con la recitazione.
Decisione che non venne presa benissimo dall'uomo che lo aveva scoperto,
Enrico Polito. "Gli dissi che non cantavo più, volevo fare altre cose,
volevo crescere. La prese male", ricorda oggi Ranieri. "Non l'ho mai più
visto, né sentito. Non so davvero più cosa abbia fatto, forse colonne
sonore per gli sceneggiati televisivi".
Il brano entrò in hit-parade subito dopo Canzonissima - il 13 gennaio
1973. Il 3 febbraio salì al n.1, scalzando dalla vetta 'Questo piccolo
grande amore' di Baglioni - ma il 10 febbraio fu detronizzata da un altro
classico della canzone italiana: 'Il mio canto libero' di Battisti. Fino
al 17 marzo 'Erba di casa mia' occupò il n.2, dopo di che cominciò a scendere
e il 14 aprile abbandonò la top ten.
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