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Il '68
e le rivendicazioni dei lavoratori non lasciano indifferente Adriano Celentano,
che a partire da "Il ragazzo della via Gluck" e "Mondo
in Mi 7a" ha ormai abbandonato i panni del semplice "urlatore"
per commentare a suo modo i cambiamenti nella società italiana. |
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Sul settimanale
"Panorama" Myriam De Cesco illustra il "caso": "Celentano
ama definirsi ignorante: vive circondato da una schiera di amici e parenti
(a Sanremo è arrivato con 50 persone) che lo seguono con adorazione.
(
) E' religioso, osservante, antidivorzista. Non si interessa di
politica: gli amici dicono che è un democristiano di destra. Con
la sua ultima canzone, una ballata di protesta contro gli scioperi, Celentano
è stato definito qualunquista, fascista, reazionario. 'Il mio vuole
essere un invito a comporre pacificamente e in fretta le vertenze sindacali',
si difende Celentano. 'La politica non c'entra', spiega Luciano Beretta,
paroliere che si definisce il braccio destro del cantante. 'E' una storia
alla milanese: una mano sul cuore e una sul portafoglio. Come dire: caro
padrone, dammi l'aumento perché ho anch'io diritto di vivere in
pace con mia moglie come tu fai con la tua'. L'idea è venuta a
Beretta e Celentano a novembre, quando a Milano si vedevano i cortei dei
metalmeccanici. Un'idea che ha preso corpo il giorno che Beretta ha assistito
davanti alla Rinascente e una discussione tra marito e moglie. Lei gridava:
'Torna a lavorare, per l'amore del cielo, che qui il portafoglio fa acqua'.
Una giustificazione che non ha convinto. 'E' un insulto ai lavoratori
e alla loro causa', ha detto Sergio Endrigo, terzo a Sanremo con 'L'arca
di Noè': 'Io, signor padrone non l'ho mai detto e non lo dirò
mai a nessuno'. Perfino Il Tempo, quotidiano romano di destra, ha definito
il testo della canzone 'una barzelletta reazionario-populista'." |
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