1973, M.Panzeri-D.Pace-L.Pilat-C.Conti, Ed. Suvini Zerboni

 


La copertina del disco

 

Nel mese di ottobre 1973, sul primo canale Rai, prese il via la diciottesima edizione di Canzonissima.

Presentata da Pippo Baudo, con la direzione musicale dell'immancabile Pippo Caruso, la trasmissione andava in onda ogni domenica pomeriggio con un'audience media di 15 milioni di spettatori. 'Canzonissima' era tuttavia considerata prossima al tramonto, a causa delle feroci critiche rivolte al sistema dei voti tramite cartoline (le case discografiche erano accusate, non senza un fondo di verità, di comprarne a migliaia per sostenere i loro cantanti) e alla sua credibilità dal punto di vista musicale - che, peraltro, era in quel periodo superiore a quella dell'agonizzante Festival di Sanremo. La trasmissione fu anche oggetto di una contestazione da parte di esercenti e gestori di night, che si lamentavano di essere penalizzati dai provvedimenti del governo a seguito della crisi economica (la "Austerity"), chiedendo ai cantanti di non esibirsi per manifestare la loro solidarietà (tentativo fallito).

Gigliola Cinquetti era reduce dalla grande delusione sanremese di 'Mistero', bocciata immediatamente dalla giuria. Aveva da tempo rinunciato ad esibirsi in pubblico ("Le serate mi stancano troppo. Si possono fare quando si ha del tempo libero, ed io preferisco passarlo coi genitori, coi miei amici e a fare passeggiate in montagna. Mi dedico più volentieri alle trasmissioni tv, per avvicinare il grande pubblico"). Qualcuno la riteneva in crisi. ("Nessuna crisi: anzi, proprio ultimamente ho venduto moltissimi 33 giri di ballo liscio. Le soddisfazioni non mi sono mai mancate, né in Italia né all'estero, a cominciare dal disco d'oro che ho vinto in Giappone").

La sua vittoria arrivò un po' a sorpresa, e molto del merito va dato al brano composto per lei da - ancora una volta - Mario Panzeri, assistito dai suoi ormai abituali collaboratori Pilat e Daniele Pace. Dal punto di vista melodico era un brano interessante, con un ritornello elaborato ma orecchiabile; il testo, cui aveva lavorato soprattutto il malizioso Daniele Pace, cercava di conciliare le reminiscenze virginali di 'Non ho l'età' ("Un'anima avevo così limpida e pura che forse per paura con te l'amore non l'ho fatto mai") con velate inquietudini sessuali: la protagonista non è sposata, ma nel buio sogna la mano "leggera" di lui e tante volte, "col pensiero", lo porta con sé; e prima dell'ufficiale domanda di matrimonio, "sente il suo corpo vicino".

"All'inizio di Canzonissima non credevo di farcela", confidò la cantante al settimanale Bolero. "Mi sono iscritta perché è sempre molto importante, è una manifestazione cui non si può mancare, e mi ero presentata più per fare atto di presenza che per altro. Poi, quando sono entrata nella cerchia dei finalisti ho fatto un pensierino a un buon piazzamento. La sera della finale, durante le prime votazioni, con i 13 punti di Bolzano mi son detta: Gigliola, non illuderti, hai cominciato mica male, ma c'è sempre il pericolo che tu faccia una figuraccia. Prendi questi consensi soltanto come una manifestazione di simpatia… Improvvisamente arriva l'assistente di studio e mi dice: ti vogliono subito al telefono. Ricordo che mi sono un po' seccata perché volevo seguire dalla sala la proclamazione del vincitore, ormai imminente. Invece non c'erano telefonate per me, era soltanto un modo per chiamarmi dietro le quinte e comunicarmi la vittoria. E' stato lo stesso assistente di scena a farlo: preparati a cantare, hai vinto. Non ho più sentito le gambe, credevo di cadere da un momento all'altro. Non ricordo più nulla se non una grande confusione intorno a me e gli occhi di mio padre lucidi per la commozione".

La vittoria ci stava tutta, ma ovviamente gli sconfitti faticarono ad accettarla. Il secondo classificato, Mino Reitano ('Se tu sapessi amore mio'), affermò: "Gigliola ha avuto tutti vicini, a cominciare dalla sua casa discografica. Io invece ho lottato con le mie forze, da solo. Mi sono messo a piangere. Sotto gli occhi avevo il verdetto delle giurie del Veneto: zero. Come se non esistessi, come se non avessi cantato" (va ricordato che Gigliola Cinquetti è veneta). Anche i Vianella, terzi con 'Canto d'amore di Homeide', affermarono: "Noi non siamo assolutamente stati sostenuti dalla casa discografica. Siamo isolati, autonomi, senza quegli appoggi… intendiamoci, la vittoria di Gigliola è meritata per il suo professionismo e per la bella canzone che ha interpretato". Più filosofo Peppino Di Capri: "Quello che importa non è vincere, ma rimanere nelle grazie del pubblico…". Il tempo gli diede ragione: la canzone da lui presentata, 'Champagne', si piazzò quinta, ma diventò un classico della musica italiana.

La Cinquetti commentò: "Chi parla tanto per parlare non è degno nemmeno di essere preso in considerazione. La vittoria a Canzonissima non mi era indispensabile", disse la cantante di Cerro Veronese. "La mia popolarità non sarebbe stata intaccata minimamente se non avessi vinto. Almeno credo…La mia canzone era valida, è piaciuta al pubblico e alle giurie, e ho vinto. Mi sembra semplice, no? I miei voti sono puliti. Lo dimostra il fatto che attualmente sono in testa anche alla hit parade. Quindi la canzone piace e i dischi si vendono: non potrò acquistare anche quelli, no?"
Effettivamente il brano ebbe un successo notevole: entrò in classifica il 26 gennaio 1974, al quinto posto, e la settimana successiva scalzò 'La collina dei ciliegi' di Battisti dalla prima posizione. Per due mesi, fino al 6 aprile, rimase in testa alla hit-parade davanti a 'E poi…' di Mina e a 'Angie' dei Rolling Stones, oscurando qualsiasi brano proveniente da Sanremo '74. Nonostante questo, 'Canzonissima' aveva ancora un solo anno di vita. A differenza del sempiterno Festival di Sanremo…