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L'album
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Dopo
che nel 1971 'Pensiero' e 'Tanta voglia di lei' avevano dominato le classifiche,
nel 1972 i Pooh erano attesi alla conferma con una certa curiosità:
si trattava, dopotutto, del primo gruppo italiano in grado di imporsi
con proprie canzoni (Nomadi, Dik Dik, Equipe 84 e Camaleonti si sono affidati
ad altri autori per i propri successi).
"Molti si aspettavano un altro 45 giri in grado di stare per mesi
al n.1, ma noi in quel periodo facemmo un tour in vari paesi del mondo,
e capimmo che ormai a rendere grandi i gruppi pop era la capacità
di fare degli album, che era una cosa che rispetto a quando avevamo inciso
il primo LP non era concepibile, specie in Italia", dice Roby Facchinetti.
"Così noi ci sforzammo di produrre degli interi album che
ci soddisfacessero, invece di concentrare le nostre energie su una nuova
'Tanta voglia di lei'. I brani di 'Alessandra' furono scritti con questo
spirito".
In effetti l'exploit dell'anno precedente nella classifica dei singoli
non fu ripetuto - anche se il gruppo si ritrovò pur sempre con
due 45 giri nelle prime posizioni: 'Cosa si può dire di te' (n.5)
e 'Noi due nel mondo e nell'anima' (n.3). Ma i Pooh avevano visto giusto:
il pubblico premiò l'intero album, mandandolo al n.2 in classifica
('Opera prima', contenente 'Pensiero' e 'Tanta voglia di lei', si era
fermato al n.13).
Dal punto di vista musicale 'Alessandra' fu un passo deciso verso il connubio
tra gruppo e orchestra sinfonica. "All'epoca altri gruppi, specialmente
inglesi, avevano già fatto esperimenti in questo senso, e anche
se eravamo stati per un certo periodo in America, noi guardavamo molto
all'Inghilterra", continua il tastierista. "Il nostro produttore,
Giancarlo Lucariello, individuò in noi una simile vena, ma mantenendo
la nostra identità italiana, cioè restando fedeli al genere
melodico, che è quello che più sentiamo vicino e quello
in cui riversiamo tutto il nostro impegno e la nostra originalità
Grande merito va anche al Maestro Monaldi, che è stato uno dei
più grandi arrangiatori per orchestra, con la sua sensibilità
e il suo modo particolare di mescolare gli strumenti negli arrangiamenti.
'Alessandra' è il disco in cui abbiamo perfezionato questo stile,
per poi arrivare al successivo 'Parsifal' dove da questo punto di vista
siamo al massimo".
Un esempio di come il pop melodico dei Pooh e le suggestioni classiche
si stavano avvicinando è proprio il brano che dà il titolo
all'album, 'Alessandra', con il "pizzicato" degli archi ad ispirare
il coro ('Per un istante
') che interviene dopo la prima strofa.
E' un tipo di canzone scritta sapendo che si ha a disposizione un'orchestra
(e che venne eseguita dal vivo con il dovuto accompagnamento: la tournée
teatrale del 1972 vide il quartetto accompagnato da 40 strumentisti).
Canzone che comunque ha alla base una delle ispirazioni più tipiche
della musica pop (da Baglioni a Springsteen): la nascita di un figlio.
"Ho scritto la musica il giorno stesso che è nata mia figlia
Alessandra. Sentii il bisogno di dedicarle qualcosa, e Valerio Negrini
scrisse il testo", spiega Facchinetti.
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