|   | Intervistatore 
        - Mina, lei si compiace di leggere Topolino. Non sa che gran parte degli 
        intellettuali si vantava di farlo fin da quando lei non sapeva ancora 
        leggere?Mina - Ah, sì? E lo capivano?
 (Dal settimanale "Tempo", 1960)
 
  
  1960, 
        L.Luttazzi - M.Ciorciolini - D.Verde, Ed. Suvini Zerboni
 | 
   
    |   
 
        "Non 
          è un caso che i primi tre grandi successi della Mina urlatrice 
          siano tutti, fin dal titolo, carichi di suggestioni pittoriche: Tintarella 
          di luna, Una zebra a pois e Mille bolle blu. Pop-art o dadaismo che 
          fosse, l'intenzione esplodeva poi in un canto così nuovo e spericolato 
          da entusiasmare (o da lasciare allibiti). Come imbattersi inopinatamente 
          in un astrattista a una mostra di paesaggi neoclassici".(Michele Serra)
     
 
 
 | Nel 
        giugno 1960, Mina è una sorta di fenomeno nazionale. 
 Come annota Giorgio Berti su "Epoca", "La sua popolarità 
        ormai è tale, piace tanto a tutti, che la sua sola presenza basta 
        a salvare anche il più brutto degli spettacoli. La recente trasmissione 
        'Sentimentale' è stata uno dei più grossi fiaschi della 
        nostra televisione, ma benché il programma venisse irradiato a 
        tarda ora, la gente restava alzata a guardarlo perché 'ci cantava 
        la Mina'".
 
 La citata trasmissione, in onda ogni mercoledì del giugno 1960, 
        vede tra gli autori Ciorciolini e Verde, e Lelio Luttazzi come direttore 
        d'orchestra. I tre scrivono 'Una zebra a pois', che la cantante cremonese 
        presenta durante lo spettacolo insieme ad altre canzoni, tra le quali 
        'Sentimentale' e 'Il cielo in una stanza', destinata a insediarsi fino 
        alla fine dell'anno in vetta alla hit-parade.
 L'uscita quasi contemporanea di un 45 giri-divertissement come 'Una zebra 
        a pois' e di un classico della canzone d'amore come 'Il cielo in una stanza' 
        accentua lo stupore del pubblico di fronte alla disinvoltura mostrata 
        dalla cantante nel cimentarsi con due brani così diversi. E del 
        resto, la stessa stordente agilità nell'attraversare i "generi" 
        è racchiusa anche nei tre minuti e rotti della 'Zebra a pois'. 
        Per più di un minuto, la canzone naviga nel luccicante mare della 
        melodia per grande orchestra - poi, all'improvviso, parte un assalto ritmico 
        di autentico rock (si confronti l'accompagnamento dei fiati con la 'Lucille' 
        di Little Richard). Come se non bastasse, nell'inciso e nell'insolito 
        assolo vocale ("Pois, pois, pois, pois!") appaiono piccole parentesi 
        jazz che l'orchestra di Tony De Vita sembra gradire (soprattutto il chitarrista, 
        che si direbbe cresciuto a pane e Les Paul). In pratica, se due anni prima 
        'Volare' aveva aperto la porta alla rivoluzione "urlata", nel 
        1960 Mina abbatte le residue barriere e con il testo 'nonsense' di Verde 
        si lancia divertita e irreverente tra gli stili musicali come fosse su 
        un ottovolante. "La vedevi in un modo e due giorni dopo aveva già 
        cambiato, evoluto, sempre più grande. Che spavento!", ha sintetizzato 
        Lelio Luttazzi in un'intervista apparsa sul sito minamazzini.com. E infatti, 
        in un'intervista del luglio 1960 (un mese dopo!) la 20enne Mina sembra 
        già stanca della fase giovanile della sua carriera. "Mi secca 
        non essere capita dalla gente e dai giornalisti. Io adesso sto tentando 
        di fare delle cose diverse. Sono stata a Milano per scegliere 4 nuove 
        canzoni da incidere, tutte sul tipo de 'Il cielo in una stanza'. Sono 
        bellissime, e appartengono a un genere totalmente diverso dal mio solito. 
        Nemmeno il ricordo di 'Tintarella di luna', di 'Una zebra a pois', di 
        'Folle banderuola'. Se capiscono questo mio nuovo genere, è segno 
        che mi vogliono bene. E io continuo".
 
 Nonostante l'improvviso disamore, la vitalità contagiosa di 'Una 
        zebra a pois' non abbandonerà mai la cantante (che del resto, nel 
        1961 proporrà a Sanremo 'Le mille bolle blu'), e il brano resterà 
        a suo modo un emblema di una rivoluzione musicale, della trasgressione 
        di una generazione incapace di riconoscersi negli strazianti melodrammi 
        sanremesi. Proprio per questo nel 1981 Ivan Cattaneo si è intelligentemente 
        appropriato di questo brano per lanciare il suo 'Italian graffiati', uno 
        dei dischi più venduti dei primi anni '80, basato sulla geniale 
        intuizione di un'analogia tra il decennio successivo agli anni di piombo 
        e l'epoca scanzonata del 'boom' economico.
   |