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Adriano
Celentano e
Claudia Mori
"Ero
alla trasmissione di Celentano, ospite insieme a Giorgia: già
la cosa mi metteva angoscia, perché lei ha una voce straordinaria,
e lui è... lui. Durante le prove Celentano ci dice: stasera ho
pensato di fare insieme 'Mondo in mi 7' con un po' di improvvisazione
jazz nel finale. Io non ho assolutamente idea di cosa intenda dire,
ma sono troppo intimidita per chiedere spiegazioni. Alla fine durante
il programma facciamo il pezzo, e lui e Giorgia trovano modo di duettare
con dei vocalizzi. Io invece non so proprio come fare per inserirmi
senza fare danni mentre cantiamo in diretta. Allora mi metto a fare
un'unica nota prolungata: aaaaAAA... Sembravo il ferryboat che collega
Messina a Reggio Calabria".
(Carmen Consoli)



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"Io
dovevo fare proprio il musicista, a me mi hanno rovinato. Ero proprio
un cantautore vero, anzi impegnato. Andai al clan di Celentano che avevo
14 o 15 anni. Ma lui non lo vidi, perché andai di sabato e domenica,
che era chiuso. E non avevo i soldi per tornare. Sono stato per due giorni
con la chitarra sotto al clan di Celentano. Sapevo 'Mondo in mi settima'
a memoria, che lui l'altra sera l'ha fatta in televisione e s'è
dimenticato le parole; ho controllato, le ha sbagliate proprio! Ha sbagliato
due volte. Ho controllato, era il mio cavallo di battaglia. Si è
dimenticato 'si divorano i romanzi come i dizionari'".
(Roberto Benigni)
Nel
1966 il mondo della musica attraversa un cambiamento rapidissimo.
In sintonia con le inquietudini giovanili e i segnali di mutamento sociale
e culturale, Beatles e Rolling Stones si sono trasformati da semplici
intrattenitori di giovani in punti di riferimento di chi si sente inquieto
e insoddisfatto (autentico spartiacque in proposito è "(I
can't get no) Satisfaction" dei Rolling Stones). Grande influenza
ha poi l'opera di Bob Dylan, che esprime il suo punto di vista sul mondo
accompagnandosi con una semplice chitarra.
In tale frangente Celentano, che aveva abbracciato entusiasta l'ondata
rock'n'roll, si chiama fuori con decisione da quella beat e dai primi
atteggiamenti contestatari (cosa che peraltro lo accomuna al suo idolo
Elvis Presley). Ma capisce che anche per i cantanti è arrivata
l'ora di trasmettere un "messaggio". Già da qualche anno
lo scatenato rocker, diventato nel 1965 marito e papà, scrive brani
a sfondo religioso ('Pregherò', 'Chi era lui' e 'Bambini miei',
ispirati da Padre Ugolino Vagonuzzi). Nel 1966 tuttavia comincia apertamente
a pontificare sulla società che lo circonda. E dopo aver portato
l'ecologia a Sanremo col 'Ragazzo della via Gluck', aggiunge al suo team
di autori Mogol (già traduttore di Dylan) ed elabora uno dei suoi
più compiuti manifesti musical-ideologici. In 'Mondo in mi 7' appare
per la prima volta l'aperta indignazione nei confronti del degrado morale
dell'umanità, riscontrato nella corsa agli armamenti, la fame nel
mondo a fronte del progresso che ci porta sulla luna, ipocrisia, delinquenza
comune ma anche 'corruzione nello sport' e (tema inaudito all'epoca),
'un problema del sesso'. Il tutto, condito con accenni autoreferenziali
esagerati - vedi la frase "Ico, perché piangi?", riferita
al chitarrista Ico Cerutti, o la strofa "I giornali qualche volta
esagerano sempre un po': guardate quello che scrivono su di me".
A tale mondo che non funziona, Celentano contrappone il proprio mondo,
specificando la missione del suo Clan: "E se noi tutti insieme in
un clan ci uniremo, cambierà questo mondo".
Alla complessità del testo corrisponde una incredibile complessità
musicale. In sei minuti e sette secondi, il doppio di una canzone normale,
si fondono, ambiziosamente, il recitato dei "talkin' blues"
rilanciati da Dylan (con tanto di risata a metà). La ritmica probabilmente
prende a prestito qualcosa da 'These boots are made for walking', successo
stagionale di Nancy Sinatra. La melodia, sostanzialmente non esiste: le
rime sono pochissime, e l'intero brano si basa su un unico accordo - quello
citato nel titolo, un accordo tecnicamente considerato "di sospensione",
che enfatizza la sensazione di ansia e precarietà della vita moderna.
Dario Salvatori, nel 'Dizionario della Canzone italiana', accenna a una
registrazione del pezzo "lunga e faticosa, quasi un record per un
singolo dell'epoca, dovuta alla scelta di un solo accordo come guida:
cosa che costringeva il direttore di sala Berlinghini a una meticolosa
ricerca del sound e ad estrose tecniche volute espressamente da Celentano".
Si noti che l'espediente di basare una canzone su una sola nota ritornerà
altre volte - ad esempio in 'Tre passi avanti' e 'Prisencolinensinainciusol'.
Ancora prima di arrivare nei negozi, il disco è circondato da una
notevole attesa, grazie al clamoroso successo del 'Ragazzo della via Gluck'.
Fa registrare un numero di prenotazioni elevatissimo, ma probabilmente
si rivela ostico al grande pubblico (del resto, è tutto fuorché
canticchiabile). Sicché, manca il n.1 in hit-parade per un soffio
e trova difficoltà promozionali: la Rai ostacola la terza edizione
dello show "Adriano Clan", che verrà rimandata e poi
definitivamente cancellata, e persino la partecipazione di Celentano alla
prima puntata del quiz di Mike Bongiorno "Giochi in famiglia"
viene bloccata. Motivazione ufficiale: il contenuto troppo polemico del
brano 'Mondo in mi 7'. Ma è inutile dire che negli anni successivi
tale parziale insuccesso non ha indotto Celentano a rinunciare ai sermoni
cantati
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