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I Camaleonti
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Invitato
da un nobile sassone a intrattenere gli ospiti della sua festa di compleanno,
nel 1713 Johann Sebastian Bach compose una musica destinata ad essere
eseguita, a mo' di commento, dopo una grande battuta di caccia.
Si tratta della cantata BWV 208, all'interno della quale si trova l'aria
n.9: 'Schafe können sicher weiden' ('Il gregge pascolerà senza paura').
Nonostante l'argomento - uno dei pochi esenti da ispirazione religiosa
- tale musica è diventata molto popolare, soprattutto nel nord Europa,
come accompagnamento per le feste nuziali.
Nel 1967, reduci dall'enorme successo di 'A whiter shade of pale', a sua
volta ispirata da Bach, gli inglesi Procol Harum introdussero elementi
di questa composizione per il successivo 45 giri, intitolato 'Homburg'.
Così si espresse la storica rivista britannica New Musical Express
nell'occasione: "Questo seguito al recente n.1 degli Harum avrebbe potuto
intitolarsi benissimo 'A paler shade of white', perché è molto simile
al loro pezzo più famoso. La struttura degli accordi è più o meno quella,
e lo stesso vale per la fusione tra un testo contemporaneo e una fuga
in stile Bach-Haendel.
Ma laddove in quel caso il riferimento era l'Aria in Re maggiore di Bach,
quest'ultimo sforzo sembra poggiare pesantemente su 'Sheep may safely
graze' (BWV 208). La linea melodica principale è affidata a un pianoforte
molto squillante, mentre il caratteristico, carezzevole organo viene spostato
sullo sfondo, enfatizzando più di prima il ritmo, soprattutto con i piatti
della batteria. E' un altro disco che entra subito nel sangue - e sarà
ovviamente un successo".
In Italia, visto che ai Dik Dik era riuscito il colpo con 'Senza luce',
versione di 'A whiter shade of pale' con testo di Mogol, quando apparve
'Homburg' venne subito deciso di fare un tentativo anche con tale brano.
Ma nelle vesti di traduttore, a Mogol la casa discografica preferì il
giovane Daniele Pace, e ai Dik Dik, i Camaleonti. Questi
erano cinque giovani provenienti da varie regioni, che avevano stretto
amicizia nel quartiere popolare del Giambellino, a Milano, e che nel 1966
avevano inciso un album di sapore beat, con pezzi di Beatles e Small Faces
- ottenendo un discreto successo con 'Sha la la'. Dopo di che, nel gruppo
si era verificato un importante avvicendamento: quello tra il cantante
Riki Maiocchi e Mario Lavezzi.
"Sicuramente il gruppo cambiò genere, diventando più pop e melodico -
ma la cosa fu anche la sua fortuna, credo, visto che 'Portami tante rose'
e 'L'ora dell'amore' ottennero subito un grande successo', dice oggi Lavezzi.
"La scelta di 'Homburg' avvenne in linea con quello che era la prassi
dell'epoca: le case discografiche italiane erano licenziatarie dei pezzi,
un direttore artistico sceglieva le canzoni, e le dava a Tizio o Caio.
Oggi i direttori artistici si limitano a fare più o meno da coordinatori
delle esigenze degli artisti, ma allora avevano un ruolo molto più ampio
e decisivo per la scelta del repertorio. Peraltro c'era una minore circolazione
dei brani stranieri, non credo che 'Homburg' in Italia sarebbe riuscita,
in versione originale, ad andare al n.1 in classifica come capitò a 'L'ora
dell'amore'".
In effetti il 45 giri superò ampiamente il milione di copie, e rimase
in hit-parade per undici settimane; è tuttora la canzone più popolare
dei Camaleonti.
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