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"Caterina cantava un po' come una lavandaia.
Ma io ero attratto proprio da quella diversità della voce".
(Paolo Conte)
Racconta
Caterina Caselli: "E' una delle canzoni che ho amato di più,
forse la mia preferita in assoluto tra quelle che ho interpretato. Era
il settembre '68, e a segnalarmi la canzone fu una persona che non era
della nostra casa discografica, ma era rimasto colpito dal pezzo. Capii
subito perché: la ascoltai per sei giorni di fila, non ascoltavo
altro. Non riuscivo a staccarmene, ricordo che ero chiusa in una stanza,
presa, posseduta da quella canzone. La incidemmo, con arrangiamento dello
stesso Paolo Conte eseguito dall'orchestra di Franco Monaldi; insieme
a noi c'era un famoso chitarrista, un jazzista che suonava in quasi tutti
i brani di quel tempo: Bruno De Filippi. Era come il prezzemolo: bravo,
veloce, simpatico e di buon carattere, tutte caratteristiche che lo rendevano
molto richiesto. Sul lato B del 45 giri finì un altro brano di
Paolo che a me era piaciuto molto, si intitolava 'Il dolce volo' - se
vogliamo il testo anticipava dei film 'osèe' che avrebbero avuto
successo anni dopo, un incontro tipo Histoire d'O...".
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