1946, V.Mascheroni - G.Testoni, Ed.Melodi


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Un brano decisamente 'slow', e decisamente breve - poco spazio per l'orchestra, che cerca di prenderselo tra una frase e l'altra della voce della cantante, che del resto ha necessariamente un ruolo fondamentale visto il tema: l'assoluta, incondizionata dedizione femminile all'amato. A sfidarsi sulle languide rime de "Il mio nome è donna" (1946) furono soprattutto Silvana Fioresi e Lidia Martorana. Per la prima, star radiofonica durante la guerra (si pensi a 'Pippo non lo sa' e 'Il pinguino innamorato'), si trattò dell'ultimo grande successo. Per la seconda, viceversa, fu il trampolino di lancio per la carriera solista, tant'è che lo incise, accompagnata dall'orchestra di Beppe Mojetta, col nome di Lidia Aurora, a conservare il ricordo di quel Trio Aurora che aveva tentato di rivaleggiare con il Trio Lescano e vedeva la Martorana affiancata da Claudia Dell'Aglio e Pina Garduzio. 'Il mio nome è donna', con la confessione 'Sono un corpo e un'anima con te, bocca sulla bocca per sentire il tuo respiro, darti la mia vita per la tua felicità' fu il primo passo di una carriera che avrebbe spesso sfruttato le corde di una forte sensualità (si pensi ad 'Addormentarmi così': 'tra le tue braccia, mentre tu mi baci, mi baci sempre più'…). Tra le altre interpretazioni, da segnalare quella di Dea Garbaccio, altra stella dell'EIAR (la radio nazionale sotto il fascismo).

Gli autori

Vittorio Mascheroni è stato uno dei maggiori autori di canzoni del secolo scorso. Nato a Milano nel 1895, conobbe il primo successo con "Arturo e Lodovico" (1928), cui fece seguito "Bombolo" (1932), un brano costruito secondo la sua massima: "Il mio è un mestiere che bisogna affrontare ridendo, se si vuol concludere qualcosa di serio". Questa filosofia convergeva con quella di un altro grande della nostra canzone, Mario Panzeri: il sodalizio tra i due partorì, tra le altre, le emblematiche "Casetta in Canadà" e "Papaveri e papere". Tra i brani firmati da Mascheroni non si possono non ricordare "Fiorin fiorello", "Ziki-paki-ziki-pu", "Stramilano", "Adagio Biagio", "Tango della gelosia", "Tre son le cose che voglio da te", "Autunno", "Una marcia in fa" e "Giuro d'amarti così".

Giancarlo Testoni, paroliere, ebbe una lunghissima e lusinghiera carriera: ottenne i suoi maggiori successi negli anni '40 ("Amore baciami", "Che musetto", "Il mio nome è donna", "In cerca di te (Solo me ne vo per la città)", "Abbandonati a me", ma all'inizio degli anni '50 scrisse un brano destinato ad entrare nella storia come vincitore del primo Festival di Sanremo: "Grazie dei fior", firmata con Panzeri e Seracini, ed interpretata da Nilla Pizzi. L'ultima sua partecipazione al Festival è datata 1962, con la canzone "Inventiamo la vita", portata alla finale da Nunzio Gallo.