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La
copertina del disco di Gigliola Cinquetti "Gigliola e la banda"
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Foxtrot
del 1940 molto spesso arrangiato a tempo di mazurka (ad accentuarne la
connotazione rurale), fu uno dei cavalli di battaglia di Alfredo Clerici,
giovane di Vigevano che, stando a Paolo Limiti, "faceva il calzolaio,
e mentre aggiustava tomaie e scarpe cantava. I suoi amici sentendo la
sua voce meravigliosa decisero, a metà tra la bella sorpresa e
lo scherzo, di iscriverlo al primo concorso canoro dell'EIAR".
Di tale 'Gara Nazionale per gli artisti della canzone' la "Storia
della canzone italiana" (Gianni Borgna, Mondadori) racconta: "Erano
pervenute oltre 2500 domande, una massa enorme che era stata filtrata
dalle sedi della radio di tutta Italia fino a ridurla considerevolmente.
Al verdetto finale negli studi di Torino vennero infatti sottoposti soltanto
44 concorrenti. Questi furono giudicati da una giuria assolutamente imparziale
nella quale figuravano, tra gli altri, Cinico Angelini e Tito Petralia,
sotto la presidenza di Francesco Cochetti. Nel tempo record di due mesi
dall'inizio del concorso, il 18 gennaio 1939 i giurati laurearono 14 cantanti,
che seduta stante furono messi in grado di interpretare in presa diretta
le loro canzoni".
Tra questi cantanti c'erano Lina Termini, Otello Boccaccini, Michele Montanari
e Clerici, che si segnalò per l'interpretazione di 'Fiorin fiorello'.
Secondo Limiti, quando Mascheroni - che aveva scritto 'Fiorin fiorello'
nel 1938 - compose 'Fiorellin del prato', "pensò subito a
lui come interprete. Il testo della canzone è tipico di quell'epoca,
in cui era molto importante ribadire anche nelle canzoni i desideri del
regime. Ad esempio nel 1931 c'erano stati i provvedimenti antiurbanesimo,
per bloccare la mobilità interna - in particolare la fuga verso
le città che metteva in pericolo la politica agraria. Quando fu
scritta 'Fiorellin del prato' i radio e cinegiornali non facevano che
ripetere che il Duce 'aveva lavorato ininterrottamente per tre ore in
campagna e non si era mostrato assolutamente stanco', che tutti gli operai
italiani erano felici, e che la classe contadina era depositaria di tutti
i valori e dei costumi morali della famiglia italiana
".
Con 'Fiorellin del prato' si sono tra l'altro cimentate, a distanza di
pochi mesi negli anni '70, Gigliola Cinquetti ed Anna Oxa. Per la prima
si trattò di uno dei molti brani incisi per album che riscoprivano
la tradizione italiana: il 33 giri del 1975 del quale faceva parte, 'Gigliola
e la banda', si apriva con 'Il tamburo della banda d'Affori'. Si può
pensare inoltre a un omaggio all'amico Mario Panzeri, coautore del brano,
e responsabile del grande successo della Cinquetti, 'Non ho l'età'.
Per quanto riguarda Anna Oxa, invece, 'Fiorellin del prato' rappresentò
l'esordio discografico: nel 1976, all'età di 15 anni, la cantante
di origine albanese registrò il brano per un 45 giri edito da una
piccola etichetta di Bari.
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